Ilaria Capua per il “Corriere della Sera”
L'emergenza da Covid-19 affonda le radici in fenomeni biologici e protende i rami verso il suo impatto sanitario, sociale ed economico. È un evento che ci scuoterà. In un pianeta globalizzato, interconnesso ed interdipendente, è chiaro che i fenomeni epidemici possono sfuggire di mano. Abbiamo già avuto delle avvisaglie, dalla Sars ad Ebola fino alla pandemia influenzale del 2009 H1N1 «suina», quest'ultima forse la più vicina a quello che stiamo osservando oggi.
Il precedente più interessante ed emblematico riguarda il virus del morbillo, che deriva dal virus della peste bovina, il quale si è avvicinato all' uomo quando Homo sapiens ha addomesticato il bovino. Ecco, io mi immagino circa 10 mila anni fa, a un certo punto compare, come dal nulla una malattia che inizia a colpire l'uomo con rialzo della temperatura e manifestazioni cutanee.
Questo virus che fu il virus della peste bovina, divenuto poi morbillo, si è spostato a piedi, passo dopo passo con gli uomini infetti di allora, e circola nella popolazione umana da millenni. Il Covid-19 è stato generato dal punto di vista biologico da un fenomeno rarissimo, sostanzialmente non diverso da quello che vi ho raccontato, ma il nostro coronavirus però è divenuto pandemico nel giro di qualche mese.
Covid 19 è figlio del traffico aereo ma non solo: le megalopoli che invadono territori e devastano ecosistemi creando situazioni di grande disequilibrio nel rapporto uomo-animale. La differenza con i virus del passato, conosciuti o sconosciuti (quelli che circolavano nell' era pre-microbiologica) è la velocità della diffusione e del contagio. Bisogna però essere anche consapevoli che questo fenomeno biologico eccezionale, immaginiamo uno sciame virale che attraversa la popolazione della terra, potrà essere caratterizzato da alcune sorprese che bisognerà gestire e che non siamo in grado di prevedere.
La cosa che ci conforta è che praticamente tutte le specie animali suscettibili a coronavirus respiratori sono colpiti da forme lievi, spesso delle vie aeree superiori. Lo studio comparato mi suggerisce anche che alcuni ceppi virali potrebbero in futuro causare forme enteriche nei neonati e nei giovani. Vedremo. Non mi sorprenderebbe di certo se il virus fra qualche tempo si mostrasse in grado di infettare animali domestici o selvatici, casi che andranno gestiti.
Stiamo assistendo a un fenomeno epocale, la fuoriuscita di un virus pandemico dal suo habitat silvestre e la sua diffusione globale che diventa un' onda inarrestabile, invade le nostre vite, le nostre case e i nostri affetti. È questo il Cigno nero che scuoterà violentemente il sistema? Lo vedremo. Quello che è certo è che questo virus ci terrà compagnia almeno per qualche altro mese.