Fabrizio Boschi per “il Giornale”
Parafrasando Ennio Flaiano, la situazione è grave ma non seria. L'ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che per i vaccinati prevede l'obbligo di tampone negativo per entrare in Italia, anche dai Paesi dell'Unione Europea e una quarantena di 5 giorni per i non vaccinati, non solo affossa il turismo ma ancora una volta distrugge un settore.
«L'ordinanza è arrivata come un fulmine a ciel sereno, sul turismo non si scherza. Il 13% del Pil non può essere messo in gioco così in maniera improvvisa e non condivisa. Sarebbe stato opportuno dare tempo alle imprese e ai viaggiatori di adattarsi e capire cosa fare. Adottare un'ordinanza il 15 dicembre dà un'ulteriore mazzata a questo comparto, già violentato dalla pandemia», commenta durissima Ivana Jelinic, presidente di Fiavet, l'associazione dei tour operatori italiani che aderiscono a Confcommercio.
Estrema preoccupazione viene espressa anche dal presidente Giuseppe Roscioli di Federalberghi Roma: «Le nuove disposizioni vanno ad incrinare ulteriormente uno status quo che da noi vede ancora 350 alberghi chiusi su circa 1.250». «I pubblici esercizi stanno subendo diverse situazioni avverse - spiega invece Enrico Stoppani, presidente Fipe - come il crollo degli eventi aziendali che solo nel mese di dicembre valgono circa 300 milioni».
Sofia Gioia Vedani, ad di Planetaria Hotels, non entra nel merito delle decisioni di carattere sanitario, «ma quello che posso dire è che hanno avuto effetti catastrofici sul settore del turismo e sugli alberghi. Io sono proprietaria di 11 alberghi tra Milano, Roma, Firenze e Genova e solitamente nel periodo di Natale ne chiudo solo uno. Quest' anno credo che ne chiuderò 5 o 6, compreso Firenze che non chiudo da 15 anni a Natale. Pensi che abbiamo ricevuto la cancellazione della metà delle prenotazioni che avevamo per questo periodo».
Preoccupato anche Salvatore Pisani, general manager dello Splendid Venice di Venezia, perla della catena Starhotels, nonché presidente della sezione turismo Confindustria di Venezia e Rovigo: «Di sicuro queste misure non sono incentivanti, soprattutto per la clientela internazionale e sicuramente per le città d'arte che come sempre sono le più penalizzate. Adesso chi ha prenotato sta già pensando a come cancellare e riottenere la caparra. Le prenotazioni hanno subito una brusca frenata e tutti attendono l'ultimo minuto per decidere. Per cercare di tamponare la situazione noi, come sezione turismo di Confindustria, abbiamo messo a disposizione degli ospiti delle nostre strutture che necessitano di tampone rapido o molecolare prima di ripartire, un servizio esclusivo in camera con risposta entro 24 ore. E possono richiederlo direttamente alla reception quando arrivano».
Anche Alessandro Manetti, titolare della Tuscany One di Firenze che gestisce 10 strutture ricettive nella Toscana centrale è scettico sulla decisione del ministro «considerando che il momento che stavamo attraversando era già di estrema difficoltà. Questa nuova ordinanza rallenta ancora di più il turismo internazionale che in città come Firenze e Venezia è fondamentale. La paura per gli spostamenti è ancora alta e ulteriori vincoli non fanno bene a questo settore già messo in ginocchio dalla pandemia. Il governo dovrebbe aiutarci, non ostacolarci».