Estratto dell’articolo di Paolo Mastri per “il Messaggero”
«Nel caso in esame, la consistenza territoriale dell'evento e la possibilità di intervenire con poteri rientranti nelle specifiche competenze del sindaco, potendo questi disporre la chiusura dell'hotel e l'evacuazione degli ospiti, non determina profili di complessità nell'individuazione del soggetto responsabile».
È a pagina 147 delle motivazioni della sentenza che il giudice di Pescara Gianluca Sarandrea chiude definitivamente il cerchio delle responsabilità per la sciagura di Rigopiano, 29 morti e 11 sopravvissuti, alcuni con lesioni gravi, nel resort cancellato dalla valanga del 18 gennaio 2017.
Il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, autorità locale di protezione civile, unico consapevole «del rischio valanghivo e del forte innevamento della zona», e a diverso titolo i dirigenti del servizio strade della Provincia di Pescara sono gli unici colpevoli dell'enorme carico di morte per il quale superstiti e familiari delle vittime continuano a chiedere giustizia piena, non soddisfatti delle 25 assoluzioni pronunciate il 23 febbraio scorso.
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STRISCIONE PER LE VITTIME DI RIGOPIANO AL TRIBUNALE DI PESCARA NEL GIORNO DELLA SENTENZA - 23 FEBBRAIO 2023
Decisamente più scolpita, anche nella prospettiva dell'inevitabile secondo round in corte d'appello, l'assoluzione dell'ex prefetto Francesco Provolo e della filiera di vertice di palazzo del governo: «Risulta acclarato - scrive il giudice ribaltando imputazioni e richieste di condanna - che la prefettura abbia costantemente seguito l'evolversi della situazione ed avesse svolto attività di gestione dell'emergenza nei giorni 16,17 e 18 gennaio».
Poco importa, a parità di componenti, la diversa denominazione degli organismi in attività, Centro operativo viabilità e, poi, Centro coordinamento soccorsi. C'erano, in conclusione di questa storia maledetta, soltanto tre figure della catena decisionale in grado di assumere la «posizione di garanzia» rilevante ai fini della responsabilità penale.
E c'erano soltanto due scelte da prendere per non esporre ospiti e lavoratori del resort di lusso al rischio della vita: ordinare l'evacuazione e renderla possibile attraverso la pulizia della strada. Com'è andata purtroppo lo sappiamo, e il giudice Sarandrea lo riassume in una pennellata: «Dopo che la Provincia di Pescara aveva liberato la strada, alle ore 16.14 del giorno 17, nella pagina Facebook dell'Hotel Rigopiano era comparsa una foto recante la dicitura: un martedì da sogno a Rigopiano, dove la neve ci regala scenari stupendi». Gli ultimi ospiti salirono in quota poche ore dopo, scortati dalla polizia provinciale.
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