“VOLEVO CONSEGNARE UNA PROVA UTILE ALLA POLIZIA” –  L'UOMO CHE HA RIPRESO LO STUPRO DELLA DONNA UCRAINA A PIACENZA SENZA INTERVENIRE È STATO SENTITO DALLA POLIZIA: “MI ERO APPENA SVEGLIATO, QUANDO HO SENTITO LE URLA. SUBITO MI SONO AFFACCIATO ALLA FINESTRA, MI SONO INSOSPETTITO”. COME MAI NON È SCESO NÉ HA PROVATO A FARE QUALCOSA? – SEQUESTRATO IL CELLULARE CON CUI HA GIRATO E POI DIFFUSO IL VIDEO – GIORGIA MELONI NON SI SCUSA PER AVER RILANCIATO IL FILMATO E ANCHE LA STAMPA ESTERA SI INTERESSA AL CASO…

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stupro in strada a piacenza 2 stupro in strada a piacenza 2

Monica Serra per “La Stampa”

 

Ha parlato della «tragedia nella tragedia» che sta vivendo. Non solo la violenza subita da «quell'uomo che mi ha spinta a terra e aveva il pieno controllo su di me», anche «il video che ho visto e in cui mi hanno riconosciuta».

 

In lacrime e con l'aiuto dell'interprete, la vittima dello stupro di Piacenza, una donna ucraina di 55 anni, ha spiegato ai pm di aver visto quel filmato che la ritrae a terra con il suo aggressore addosso, all'alba di domenica scorsa, pubblicato da alcuni siti di informazione e rimbalzato sui social, ripostato anche dalla pagina Facebook di Giorgia Meloni, e finito al centro della più aspra polemica politica.

 

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«Ho visto anch' io quelle immagini», ha ammesso la donna davanti al procuratore Grazia Pradella e al pm Ornella Chicca, che hanno aperto un secondo fascicolo d'inchiesta, ipotizzando il reato di divulgazione delle generalità e dell'immagine di una persona vittima di violenza sessuale. «Sono sotto choc, disperata - ha detto ancora con difficoltà -. Vi chiedo di cancellare al più presto quel video e di punire chi lo ha fatto circolare».

 

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Gli investigatori della squadra mobile e della polizia postale avevano già avviato gli accertamenti che si sono inizialmente concentrati sul cellulare di Luigi C. , il residente di via Scalabrini, nel centro storico di Piacenza, a due passi dalla basilica di Sant'Antonio che, alle 6 di domenica mattina, ha girato il video dello stupro. «Mi ero appena svegliato, quando ho sentito le urla. Subito mi sono affacciato alla finestra, ho visto un uomo e una donna molto vicini e mi sono insospettito», ha ricostruito davanti agli investigatori.

 

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Così, appena si è accorto che l'aggressore si lanciava addosso alla vittima, ha chiamato la questura e nel frattempo ha ripreso tutto quel che accadeva con il suo cellulare, «per consegnare una prova utile alla polizia», ha spiegato anche ai giornalisti della Libertà di Piacenza.

 

L'uomo ieri è stato risentito proprio sulla diffusione di quel filmato, dai magistrati che hanno ordinato alla polizia di effettuare accertamenti e sequestri anche nelle redazioni delle testate che hanno pubblicato le immagini, a partire da Libero. A Google, Yahoo, Meta, Bing e Twitter i pm hanno inoltrato la richiesta di rimozione del video.

 

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Nell'ordinanza con cui ieri il giudice Stefano Brusati ha convalidato l'arresto e disposto il carcere per l'aggressore, il richiedente asilo Sekou Souware, 27 anni da compiere a dicembre, originario della Guinea e sbarcato sulle coste siciliane nel gennaio 2014, è ricostruita la toccante testimonianza della vittima. Appena uscita dalla casa di un'amica, dove aveva trascorso la notte, la 55enne si è trovata davanti l'aggressore: «Uno sconosciuto che non avevo mai visto prima. Subito mi ha bloccata e mi ha spinta a terra».

 

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Così, «quando aveva raggiunto il pieno controllo su di me», ha iniziato a violentarla. «Mi teneva ferma con una mano mentre con l'altra cercava di slacciarsi i pantaloni», ha spiegato la 55enne. Poi è arrivata la polizia che subito lo ha bloccato e identificato.

 

Il 26enne, residente a Reggio Emilia con la fidanzata, carrellista per un'azienda piacentina e a cui ieri la Commissione asilo di Trieste ha negato la protezione internazionale, nel corso dell'interrogatorio davanti al gip ha respinto le accuse. «Il mio assistito ha dichiarato di aver soccorso la donna perché era caduta a terra e di non avere avuto alcuna intenzione di violentarla», spiega il legale.

 

Ma la ricostruzione di Souware, in base al video e alle testimonianze, non è stata ritenuta credibile dal gip, che ha confermato la presenza di «gravi indizi di colpevolezza» oltre al rischio di pericolo di fuga e di reiterazione del reato. «La sua condotta - si legge nell'ordinanza - rende del tutto verosimile che, se lasciato libero, possa contattare la parte offesa per intimidirla».  Il giudice parla di fatti di «estrema gravità»: Souware - sottolinea - sarebbe stato «del tutto incurante anche davanti alle grida e alle invocazioni di aiuto» della vittima.

 

tweet di giorgia meloni sullo stupro di piacenza tweet di giorgia meloni sullo stupro di piacenza

Nel frattempo sulla vicenda, che ha fatto il giro del mondo, ripresa da Spiegel, El Mundo, Vanguardia, Daily Mail, in Italia dilaga la polemica politica. E mentre la leader di Fdl Giorgia Meloni respinge le accuse: «Non ho ragione di scusarmi, se non per avere espresso solidarietà, pubblicando un video totalmente oscurato e che era stato diffuso da un giornale», la sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi, fa già sapere che il Comune si costituirà parte civile nel processo.

 

 «Ho ricevuto anch' io quel link ma non l'ho neppure aperto - ricostruisce la sindaca -. Non voglio demonizzare nessuno, ma è triste la politica che scade nell'utilizzo delle disgrazie altrui ai fini della campagna elettorale: significa solo entrare in una tragedia senza alcuno scopo nobile. E questo è inaccettabile. Parlo da essere umano, prima ancora che da sindaca».

GIORGIA MELONI PUBBLICA IL VIDEO DELLO STUPRO A PIACENZA GIORGIA MELONI PUBBLICA IL VIDEO DELLO STUPRO A PIACENZA giorgia meloni enrico letta luigi di maio giorgia meloni enrico letta luigi di maio matteo salvini giorgia meloni enrico letta matteo salvini giorgia meloni enrico letta GIORGIA MELONI E LE DEVIANZE GIORGIA MELONI E LE DEVIANZE GIORGIA MELONI E LE DEVIANZE GIORGIA MELONI E LE DEVIANZE

 

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