Giulio De Santis per il Corriere della Sera
Sedici mesi per scrivere le sette pagine delle motivazioni di una sentenza di assoluzione. A rimanere con il fiato sospeso oltre un anno per conoscere le ragioni della sua innocenza è stato A. R., funzionario dell' Agenzia del Demanio, assolto nell' aprile del 2016 «perché il fatto non sussiste» dall' accusa di aver assunto presso l' ente cinque persone senza il rispetto delle procedure, esattamente tra il 2005 e il 2012. Il collegio giudicante è stato impegnato da allora a stendere il testo: l' estensore delle sette pagine delle motivazioni è stato lo stesso presidente.
La lettura del dispositivo era avvenuta il primo aprile dello scorso anno, giorno in cui fu dichiarato che le motivazioni sarebbero state depositate in cancelleria due mesi dopo.
E invece la consegna è avvenuta il 26 luglio del 2017, con un ritardo di 427 giorni rispetto a quanto garantito. «Il limite indicato non era perentorio, però abbiamo fatto continue istanze per il deposito nei tempi previsti - dice l' avvocato Gian Paolo Stanizzi, difensore di una parte civile -. Ci sono problemi nel sollecitare l' appello. E se in secondo grado si ribaltasse l' esito, scatterebbe la prescrizione».
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La vicenda ha riguardato la contrattualizzazione, senza bandi pubblici, all' interno dell' ente di cinque aspiranti candidati. Durante il dibattimento, cominciato il 27 marzo del 2015 - e quindi durato soltanto dodici mesi - è emersa la correttezza delle procedure adottate da A.R., come dirigente (ancora in carica) delle risorse umane, per le assunzioni a tempo indeterminato di cinque impiegati.
Dal momento della fine del processo, il collegio è sembrato cadere in un blackout che i numeri raccontano meglio di ogni spiegazione. Sette pagine redatte in sedici mesi significa che ogni mese l' estensore ha scritto meno di mezza pagina.
Le parole impresse nei fogli sono in totale 3829. Pertanto sono state vergate ogni giorno quasi otto parole. Di queste però ben 1291 parole sono «un copia e incolla» dei capi d' imputazione - operazione rituale in tutte le sentenze - formulati dal pm e del decreto che dispone il giudizio redatto dal gip.
Pertanto sono 2533 le vere parole attribuibili al giudice estensore. Utilizzate per spiegare che l' Agenzia del Demanio è un «ente pubblico economico» e come tale «può procedere all' assunzione diretta di tutti i lavoratori per qualsiasi tipologia di rapporto di lavoro».