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Lettera di un lettore a “Repubblica”
Caro Merlo, ci siamo abituati agli strafalcioni o siamo diventati più buoni? Neppure i social si sono accaniti su Sangiuliano che ha spostato Time Square da New York a Londra, né sulla Santanchè che ha attribuito a Lucchini il Gattopardo. Credo che la memoria delle famose, strepitose gaffe dei 5stelle, Conte compreso, ci abbia vaccinato. Ci vorrebbe uno dei suoi “ripassi” del Conte-pensiero. Martino Raimondo — Imperia
Risposta di Francesco Merlo
Le gaffe del centrodestra sono robetta da “mi scuso per il lapis”, direbbe Frassica, rispetto alle bêtises — ricordate? — di Di Maio e Di Battista, Toninelli, Patuanelli, Fofo, Fico e tutti i 5stelle, dal virus “vairus” al “soddisfando”, e “noi volessimo fare un referendum”, “la Francia democrazia millenaria”, Pinochet in Venezuela, le Marche in Molise, Matera in Puglia, il Brennero con il tunnel, “il ponte vivibile dove mangiare e bere”, “siamo fatti al 90 per cento di acqua”, “il presidente Ping”.
E Conte, già nel suo primo discorso da premier, dimostrò di non sapere nulla di Piersanti Mattarella, né come si chiamava e neppure che era fratello del presidente: “Un suo congiunto, adesso non ricordo esattamente”. Di Conte torno a citare a memoria: “La prego, non indulgi”, “si rimbocchino le mani”, “molti giornalisti prendono 200, 300 euro l’ora”, “il discorso di Benito Mussolini, all’indomani del delitto Andreotti”, “l’humus per avere una stella polare”, “interlocuzione”, “il “tono dialogico”, “la caducazione”, “la soggettivizzazione del conflitto” e “come diceva Albert Astain”, chi? “Albert Astain”. “Salvo intese”. Voi vi alleereste con uno così ”pretermesso”?
GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO conte grillo di maio