Valentina Arcovio per “il Messaggero”
Non perdiamo d' occhio la vista. Con controlli periodici, a cadenze diverse in base all' età, è possibile prevenire la stragrande maggioranza dei disturbi visivi. Almeno secondo l' Organizzazione mondiale della sanità, secondo la quale l' 84 per cento dei problemi agli occhi è evitabile. Eppure, gli italiani tendono troppo spesso a perdere di vista l' importanza della salute degli occhi.
I RISCHI
Tanto che la metà dei nostri connazionali non si sottopone mai a un controllo dallo specialista, almeno secondo i risultati di una ricerca condotta dall' Osservatorio per la salute della vista (Osvi). E, tra chi lo fa, 1 su 5 dichiara di rivolgersi a un ottico e non a un oculista specializzato. «Sottoporsi a una visita oculistica periodica è di estrema importanza e altrettanto fondamentale è rivolgersi alla figura professionale corretta per non incorrere in possibili rischi per la nostra vista», dichiara Carlo Nucci, direttore dell' Unità Operativa Complessa di Oculistica presso il Policlinico Universitario di Roma Tor Vergata.
«L' oculista è il medico specialista qualificato per diagnosticare e curare le malattie degli occhi, eseguire interventi chirurgici, prescrivere occhiali e applicare lenti a contatto», aggiunge. Quello che sembra mancare nel nostro Paese è la cultura della prevenzione. Secondo la ricerca dell' Osvi, infatti, il 30% di coloro che si sottopone a una visita lo fa perché ha bisogno di una revisione degli occhiali da vista, mentre il 10 per cento per un disturbo.
LE RACCOMANDAZIONI
Solo l' 8 per cento lo fa come controllo periodico e solo il 6 per cento per fare prevenzione.
«La prevenzione, in oculistica, è fondamentale e va fatta in modi e tempi diversi in ogni fase della vita: dai 3 ai 6 anni, sempre e comunque per prevenire l' ambliopia, cioè l' occhio pigro. Dopo i 40, secondo il consiglio dello specialista e tenendo conto anche della familiarità per alcune specifiche malattie della vista come il glaucoma», dichiara Stefano Gandolfi, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Oculistica dell' Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.
La prevenzione, infatti, non ha età: è un dovere per tutti. È importante la visita oculistica alla nascita, entro i tre anni di vita e nei passaggi dei cicli scolastici. Secondo le raccomandazioni dell' Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb), da adulti la visita oculistica periodica va fatta in relazione al tipo di attività svolta e alle condizioni oculari individuali, su indicazione dello specialista.
Dopo gli «anta», quando generalmente insorge la presbiopia (difficoltà a vedere da vicino) è ideale rivolgersi all' oculista ogni due anni e dopo i 65 annualmente. Considerato anche l' enorme «carico» a livello visivo a cui ci sottopone la vita moderna fin da bambini, è altrettanto importante mettere in atto quelle che gli specialisti chiamano norme di «igiene oculare».
In primis, la Iapb raccomanda di fare frequenti pause se si lavora al computer: in ambienti di lavoro la legge prescrive quindici minuti ogni due ore. Stessa cosa per chi studia: oltre alle pause dal pc, bisogna evitare di leggere controluce e limitare i riflessi sullo schermo. In generale, si raccomanda di controllare che l' illuminazione degli ambienti sia appropriata, di mantenere una postura corretta e trascorrere del tempo all' aria aperta. Gli ambienti chiusi, infatti, sono uno dei nemici principali degli occhi. Alla scarsa cultura della prevenzione e dell' igiene della vista, spesso si unisce anche una distratta aderenza alle terapie da parte degli italiani.
Specialmente quando si tratta di utilizzare le gocce oculari. Il 62 per cento degli intervistati dall' Osve le utilizza solo per risolvere problemi occasionali, il 28 per cento non li utilizza affatto ma il 10 per cento vi ricorre per condizioni croniche (per esempio, il glaucoma o la sindrome dell' occhio secco). Tra le problematiche che limitano il ricorso ai colliri, il 14 per cento segnala che la goccia esce dall' occhio, il 9 per cento ha difficoltà a mantenere l' occhio aperto e un altro 9 per cento (uno su 10) dichiara di aver bisogno necessariamente di qualcuno che l' aiuti, con il rischio di abbandonare la terapia o non seguirla correttamente.
GLI EFFETTI
«L'aderenza alla terapia è senz'altro uno dei problemi più importanti nel trattamento del paziente con glaucoma», dichiara Nucci. «Solitamente i pazienti devono somministrare più colliri più volte al giorno - continua - e spesso non sono in grado di instillarli correttamente. Questo li porta a dimenticanze o ad errori di somministrazione. Gli effetti collaterali di una terapia ipotonizzante locale sono inoltre sovente causa dell' abbandono della terapia. È pertanto compito del medico oculista sensibilizzare il paziente sull' importanza del corretto uso della terapia locale e valutare l' eventuale ricorso alla chirurgia per ottenere, qualora necessario, un maggiore effetto terapeutico».