R.Fr. per il “Corriere della Sera - Roma”
Cristinel Constantin Andronache
A convincerlo a sfogarsi sono stati tre detenuti come lui, due italiani e uno straniero, nella cella 16 di Rebibbia. Lo hanno trattato finalmente come un essere umano, non lo hanno deriso quando tremava e quando si metteva a piangere terrorizzato e pieno di vergogna.
Erano passati solo un paio di giorni dallo stupro subìto da una coppia di reclusi romeni tre celle più indietro - la 13 - in una serata da incubo, quella dell'11 marzo scorso, per un ragazzo romano di 22 anni finito in carcere a febbraio.
Un giovane con seri problemi psicologici messo in cella con due detenuti considerati altamente pericolosi: uno, Cristinel Constantin Andronache, 24 anni, catturato in Norvegia e poi estradato in Italia, è uno degli arrestati per l' omicidio dell' imprenditore tedesco Oliver Degenhardt, ucciso il 7 novembre scorso nel suo appartamento in via dei Volsci, a San Lorenzo. L'altro, Costel Denis Strauneanu, 20 anni, è invece colui al quale la vittima aveva chiesto protezione dopo essere entrato nel complesso carcerario al punto da comunicare alla direzione di Rebibbia il suo desiderio di essere trasferito nella sua cella. E così è stato.
Andronache, ora ristretto a Frosinone, e l'altro romeno (a Viterbo) sono accusati di violenza sessuale e atti persecutori nei confronti del loro compagno. Altri due romeni, che si trovavano sempre nella 13 accusati di reati comuni, sono stati invece denunciati per favoreggiamento: hanno assistito sia ai ripetuti soprusi al ventenne sia alle violenze sessuali su di lui, ma si sono voltati dall' altra parte.
A ricostruire con puntualità i fatti sono stati i carabinieri del Reparto operativo e del Nucleo investigativo di via In Selci che ieri hanno notificato ai violentatori le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip Angela Gerardi su richiesta del pm Pantaleo Polifemo.
Il ventenne è rimasto vittima, fin dall' inizio della nuova collocazione in carcere, di intimidazioni e minacce. Costretto ad atti di servilismo, a fare le pulizie ma anche a cedere ai romeni effetti personali e alimenti ricevuti dai parenti. Poi anche a sottostare ai desideri sessuali dei due. L'episodio più grave l' 11 marzo, dopo che il giovane aveva assunto la sua dose serale di tranquillanti: è stato violentato nel bagno della cella con una latta tagliente puntata alla gola.
Il giorno successivo gli stupratori lo hanno preso in giro storpiandone il nome di battesimo al femminile. Sono state la psichiatra del carcere e poi la polizia penitenziaria a raccogliere il disagio del ragazzo. Poi i nuovi compagni di cella lo hanno aiutato a liberarsi del terribile segreto che non riusciva a raccontare.