Luigi Ippolito per il "Corriere della Sera"
Le immagini degli scontri nelle capitali europee campeggiavano ieri mattina sulle prime pagine dei giornali inglesi: Londra guarda con incredulità e stupore a un Continente che si dibatte nelle spire del Covid, tra contagi che salgono alle stelle, restrizioni a raffica e battaglie nelle strade. E soprattutto si chiede: abbiamo avuto ragione noi fin dall'inizio? È quello che ormai argomentano a voce alta ministri e scienziati.
La Gran Bretagna ha seguito quasi sempre un approccio diverso nella lotta alla pandemia, bollato spesso come avventato e pericoloso: e una riprova sembrava data dal numero molto alto di casi e decessi Oltremanica. Ma adesso le parti sembrano invertite: e il motivo pare risiedere proprio nelle scelte a prima vista controverse di Londra.
Un punto fuori discussione è l'efficacia dei vaccini: «una grande differenza» fra la Gran Bretagna e l'Europa, ha sottolineato domenica alla Bbc il ministro della Salute, Sajid Javid, è la campagna per la terza dose, «quella di maggior successo in Europa». Infatti a oggi oltre il 25 per cento dei britannici sopra i 12 anni ha già fatto il «booster», mentre la media europea è ferma attorno al 6.
Ma questo non basta a spiegare perché a Londra «possiamo guardare a un Natale assieme», come ha detto Javid, mentre l'Europa sta entrando in una nuova serie di lock- down. Il ministro ha sottolineato come il governo britannico abbia «preso una decisione difficile all'inizio dell'estate», ossia abbandonare ogni restrizione, «mentre altri Paesi non hanno seguito la nostra linea».
Ed è questa scelta, che a suo tempo qualcuno aveva bollato come criminale, che ha fatto la differenza, stando anche agli scienziati. «Una delle cose interessanti - ha osservato sir John Bell, professore di medicina a Oxford - è che potrebbe ben essere che il ritardo nel lockdown e il vasto livello di circolazione della malattia ci abbia fornito una protezione a lungo termine».
In altre parole, a detta di Bell, l'alto numero di casi ha dato un vantaggio ai britannici rispetto agli europei: «Si può argomentare che l'esposizione al virus ora stia pagando i suoi dividendi, perché abbiamo molte persone che hanno avuto una infezione naturale». Fin dall'inizio, in estate, si era detto che questa era la strategia nascosta del governo di Boris Johnson: lasciar correre il virus durante i mesi caldi per arrivare all'inverno con un buon livello di immunità di gregge.
Che è quello che si sta verificando: una impostazione sostenuta anche dal fatto che l'opinione pubblica ha accettato l'idea che si debba convivere col Covid e che un certo numero di decessi è inevitabile, come con qualsiasi altra malattia. E questo nonostante il fatto che i contagi siano oltre 40 mila al giorno e i morti quotidiani oltre cento: numeri che in Europa sarebbero sufficienti a scatenare il panico, ma che a Londra sono considerati un punto di equilibrio sostenibile, soprattutto dal punto di vista del sistema sanitario.
feste di natale con incognita covid 1
«Il mio consiglio è ordinare il tacchino, perché andrà tutto bene», ha concluso il professore di Oxford. E infatti il governo Johnson non ha nessuna intenzione di reintrodurre restrizioni: «I dati attuali non mostrano alcun segnale di una necessità di cambiare direzione», dicono da Downing Street. Dunque niente mascherine né green pass, ma soprattutto niente vaccinazione obbligatoria.