Andrea Cionci per “Libero quotidiano”
Fin dalla notte dei tempi, i riti religiosi hanno avuto caratteri propiziatori, sacrificali, medianici, espiatori, iniziatici, persino cruenti e orgiastici ma mai ridicoli o desacralizzanti. In tutta la storia umana nessun sacerdote, di qualsiasi culto, anche il più strano, ha mai osato mettere in burletta la sua divinità.
Invece, il clero "turbomodernista" della chiesa bergogliana ha regalato al mondo questa novità portando allo zenith una tendenza già iniziata negli anni '60 con il Concilio Vaticano II.
Giusto dell' altro ieri è il video "lunare" del parroco tedesco don Peter Leick, mentre benedice i fedeli spruzzandoli con lo spazzolone del water e lanciando rotoli di carta igienica.
Durante l' emergenza Covid il fenomeno ha infatti raggiunto un parossismo dai tratti sulfurei: preti che battezzano con pistole ad acqua (santa), altri che usano lo spruzzatore agricolo o che fanno gavettoni ai fedeli. Un prete ha celebrato la messa in piscina, su un altare galleggiante, con i fedeli a mollo.
I CENTO METRI Da menzionare Don Pasquale Irolla, parroco di Piano di Sorrento che, durante la funzione, corre i cento metri nella chiesa vuota; don Roberto Fiscer a Genova che, a messa, anima cori da stadio; Padre Alessandro Cossu che canta i tormentoni dell' estate parodiandoli con testi cristiani e organizza coreografie durante la funzione.
Qualche giorno fa un prete sudamericano ha interrotto la celebrazione perché lo chiamava al telefono papa Francesco: come se il "vice" fosse più importante del "titolare".
Inquietanti le performances di vescovi bergogliani come quello di Chieti, Bruno Forte, al quale, durante la processione, il Crocifisso si è capovolto nelle mani ruotando sul chiodo dei piedi, con un effetto atroce da film horror. Quello di Palermo, Corrado Lorefice, da parte sua, aveva reinventato le parole dettate dalla Madonna di Fatima - evidentemente troppo politicamente scorrette - cambiandole da "preservaci dal fuoco dell' Inferno" a "preservaci dall' esilio eterno".
Del resto, lo stesso Bergoglio, nel giro di poche settimane, ha inanellato una serie di gaffe che hanno fatto il giro del mondo: dallo schiaffo alla cinese, al "non mordere" alla suora di colore, al whisky festeggiato come "vera acqua santa", all' aver paventato l' inferno a un ragazzo autistico, fino alla semidistruzione del crocifisso trecentesco lasciato sotto la pioggia durante la messa di Pasqua, e via così.
A parte gli ultimi due mesi, sono anni che la creatività liturgica, unita all' accoglientismo immigrazionista e ai pruriti delle lobby catto-gay, regala perle come i preti vestiti da pagliacci o da uova di Pasqua, porchette arrostite in cattedrale, sfilate di moda e islamici che pregano Allah in chiesa, funamboli durante la messa, e poi tanti preti-soubrette che, celebrano cantando con acute vocette canzoni profane, dimenandosi con movenze femminee. Insomma, un "carnevale dei folli" che si presta al dileggio social e lascia inorriditi molti fedeli portando alla luce non solo la mancanza di un' autorità ecclesiastica intenzionata ad arginare questi abusi, ma anche evidenziando un filo rosso che lega lo sperimentalismo liturgico (peraltro perfino incoraggiato dalle gerarchie), alle gaffe più ridicole, alle blasfemie involontarie e alle eresie volontarie.
LA LITURGIA Su tutto, un enorme inganno: l' ipotesi che, desacralizzando il culto si possa abbattere un presunto muro di soggezione e attirare più fedeli.
Con lo sfaldamento della liturgia, il degrado arriva a spingersi fino alle soglie di quello che per i credenti è il più inaccettabile dei sacrilegi, da scomunica immediata. Negli ultimi giorni, con l' Eucaristia ci hanno fatto di tutto: somministrata con le pinze, coi bicchieri di carta, consacrata nella bustina di plastica, confezionata a portar via, manipolata con l' uso imposto dei guanti in lattice, che un autorevole scienziato come Giulio Fanti ha appena dimostrato come disperda un' infinità di frammenti del Corpo di Cristo. Uno spettacolo da far pietà persino al presidente dell' Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti.
Il paradosso è che poi, ad essere commissariate e punite da Bergoglio, sono quelle congregazioni che celebrano devotamente l' antica messa in latino ("vetus ordo") come i Francescani dell' Immacolata e Familia Christi.
Il grande teologo Hans Urs von Balthasar (1905-1988) lo aveva predetto: sarebbe giunta una "neo-chiesa dilettantesca e smemorata", che avrebbe prodotto pesanti ripercussioni sul piano pastorale e liturgico. E quelli più "all' antica" citano San Tommaso d' Aquino: "Quos vult deus perdere, dementat prius" - "Quelli che Dio vuole distruggere, li fa prima impazzire".