Cecilia Attanasio Ghezzi per “la Stampa”
Crescono i casi di Covid 19 nel mondo, e più l' esperienza cinese viene presa a modello. Si vedono infatti frutti dei 50 giorni di isolamento per i quasi 60 milioni di abitanti della regione dello Hubei e delle altre limitazioni a cui sono stati sottoposti 760 milioni di cinesi, ovvero più della metà degli abitanti dello Stato più popoloso del mondo. A Wuhan sono già stati smantellati i 16 ospedali temporanei costruiti per fronteggiare l' emergenza sanitaria, i trasporti pubblici sono ripartiti e attività economiche di prima necessità hanno riaperto.
Ieri la megalopoli ha registrato appena 13 nuovi casi: niente, se paragonati ai numeri a tre cifre di un paio di settimane fa. La visita del presidente Xi Jinping alla città simbolo dell'epidemia lascia infatti presagire una vittoria: siamo alla «battaglia finale» di quella che è stata definita la «guerra del popolo». Le armi messe in campo dalla Cina sono principalmente tre: velocità, controllo e coinvolgimento della popolazione.
controlli sanitari al mercato di wuhan
Per prima cosa gli 11 milioni di abitanti di Wuhan sono stati messi in isolamento. Voli, treni e autobus da e per la città sono stati cancellati, come anche il trasporto pubblico interno. Poi le limitazioni sono state estese all' intera regione e si sono ridotti al minimo gli spostamenti in tutta la Cina. Si è monitorato chi entrava nel Paese, nelle città, nei villaggi e persino nei condomini. Hanno chiuso le fabbriche e negozi, scuole e università sono state sostituite dall' e-learning e le attività di ufficio dallo smart working.
Lo Stato si è servito di ogni strumento per tracciare e bloccare le catene del contagio: denaro a chi segnala che qualcuno proveniente da una zona rossa non si è dichiarato alle autorità e algoritmi che assegnano ai cittadini un codice che stabilisce la probabilità di essere stati contagiati in base ai dati sensibili e alle geolocalizzazioni degli stessi.
In tutto il Paese si è permesso di verificare le celle a cui si agganciavano i numeri di telefono per verificare gli spostamenti dei singoli nell' arco di 30 giorni. Mentre un' applicazione, simile alle mappe di Google, permette di visualizzare in tempo reale le persone dichiarate positive al virus.
disinfestazione di massa a wuhan
Nel frattempo, nella zona dell' emergenza, stadi ed edifici pubblici sono stati convertiti in strutture per la quarantena e più di 40 mila unità del personale sanitario sono confluite da tutto il Paese per dare il loro contributo. Migliaia di lavoratori della pubblica amministrazione hanno cambiato mansione e sono stati destinati a misurare la temperatura di chiunque entrasse nei luoghi pubblici, a portare cibo e medicine a domicilio o a tracciare le catene dei contagi.
wuhan la polizia insegue un uomo sospettato di avere il coronavirus
Così oggi le immagini sono quelle degli ospedali che si svuotano: pazienti dismessi e medici e infermieri che si tolgono la mascherina e si preparano sorridenti a tornare a casa. Ma il livello di allerta rimane alto. Nessun ritorno alla piena normalità almeno fino al 20 marzo. E un nuovo rischio da fronteggiare. Da qualche giorno, almeno la metà dei nuovi casi sul territorio cinese sono «importati», ovvero sono persone provenienti dall' Iran, dagli Stati Uniti o dall' Italia.
wuhan arrestata una donna che non indossava una mascherina in pubblico wuhan la polizia insegue un uomo sospettato di avere il coronavirus 3 wuhan sospetti malati di coronavirus portati via a forza dalle loro case wuhan la polizia insegue un uomo sospettato di avere il coronavirus 4 wuhan la polizia insegue un uomo sospettato di avere il coronavirus 5