MILANO SOTT'ACQUA - UN NUBIFRAGIO HA FATTO ESONDARE IL SEVESO NEL CUORE DELLA NOTTE, ALLAGANDO IL QUARTIERE DI NIGUARDA. ANCHE IL LAMBRO È STRARIPATO IN ALCUNI PUNTI - QUEST'ANNO DOVEVANO PARTIRE I LAVORI PER EVITARE CHE IL FIUME, CHE FU DEVIATO DALL'UOMO, PORTATO SOTTOTERRA E POI FATTO ''FINIRE'' NEL NAVIGLIO DELLA MARTESANA, CONTINUASSE A CREARE PROBLEMI DURANTE PIOGGE INTENSE

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Da www.corriere.it

 

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Un nubifragio si è abbattuto nella notte tra giovedì e venerdì su Milano. A causa delle violenti piogge il fiume Seveso è esondato verso le 3 e anche il Lambro sarebbe straripato in alcuni punti: il primo ha allagato, come è purtroppo consuetudine, il quartiere di Niguarda mentre il secondo sarebbe a rischio nell’omonimo parco a Lambrate. Le violente piogge sono state accompagnate da forti raffiche di vento, mentre in alcune zone della città è anche grandinato.

 

La situazione nel quartiere Niguarda

Alcune vie di Milano, soprattutto nelle zone vicino a Niguarda, sono rimaste al buio, senza corrente elettrica: blackout che è proseguito a lungo e ha interessato diversi quartieri. Molti i disagi anche alla circolazione nelle prime ore del mattino.

 

 

L’allerta del Comune

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L’allerta era scattata già nel pomeriggio di giovedì: il Comune di Milano infatti aveva disposto l’attivazione del Centro operativo comunale (Coc) fin dalle 18, a seguito delle segnalazioni meteo per il rischio di temporali forti emanato dal Centro funzionale monitoraggio rischi naturali della Regione Lombardia. In serata poi sono iniziate le piogge che con il trascorrere delle ore sono diventate sempre più violente.

 

Strade allagate nella notte

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Nel giro di pochi minuti il livello dei due fiumi è salito in modo impressionante, finché alle tre di notte, come detto, il Seveso è esondato nei pressi di via Valfurva, seguito poi dal Lambro. Moltissime le chiamate al centralino dei vigili del fuoco per segnalare strade, sottopassi e cantine sommerse dall’acqua. Subito è scattato l’allarme della protezione civile per cercare di arginare gli allagamenti e di ripristinare la corrente elettrica nelle zone rimaste al buio.

 

Le vasche per contenere la piena e i lavori bloccati da anni

Il torrente termina la propria corsa nel Naviglio della Martesana, che vicino a via Melchiorre Gioia si immette in un altro canale sotterraneo artificiale all’altezza del Ponte della Gabelle in prossimità dei Bastioni di Porta Nuova: è il cavo Redefossi. Quest’ultimo scorre sotto la cerchia dei Bastioni, oltrepassa Porta Venezia e piazza Cinque Giornate (vicino al Tribunale e non lontano dal Duomo), infine piega verso sud all’altezza di Porta Romana.

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Storicamente, si è cercato di ridurre la portata della piena del Seveso con il Canale Scolmatore di Nord Ovest (CSNO) che da Paderno Dugnano devia parte delle acque del torrente nel Ticino: una soluzione, però, insufficiente. A quel punto si è progettato un Canale Scolmatore di Nord Est (per deviare le acque del Seveso nel Lambro), mai realizzato. Dal 2003 uno studio della Regione ha imboccato la strada della «laminazione»: scavare vasche artificiali lungo l’ansa del fiume (a Senago, Parco Nord, Lentate e Paderno Dugnano-Varedo) per far confluire temporaneamente le acque del Seveso in piena.

 

L’iter per la loro realizzazione — dopo anni di ritardi e false partenze, ad esempio i ricorsi presentati dal comune di Bresso —è stato sbloccato nel 2019: lo scorso ottobre, il sindaco Sala ha dichiarato che nel 2020 sarebbero partiti sei cantieri per la creazione delle vasche di laminazione. Il primo cittadino ha indicato nel 2023 l’anno di fine lavori, pur ricordando che ci sono ancora dei ricorsi pendenti che potrebbero rallentare il processo. Tra il 2010 e il 2014, le esondazioni del torrente hanno causato almeno 178 milioni di euro di danni.

 

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