Martina Di Berardino per “la Repubblica - Edizione Roma”
Maggiore sicurezza e basta molestie. È il nuovo corso dei mezzi pubblici, che punta a garantire la massima tutela per i passeggeri con un occhio particolare alle donne. Come?
Vigilantes sugli autobus e sulle banchine della metro, telecamere e maggiore illuminazione alle fermate. Questo è stato il tema centrale della seduta congiunta delle Commissioni Pari Opportunità e Mobilità che si è tenuta ieri in Campidoglio. All'incontro è stata invitata anche l'associazione Road to 50%, un'organizzazione sensibile ai diritti delle quote rosa.
È proprio da un questionario on line lanciato da quest' ultima che è scattato l'allarme: su un campione di 1800 intervistati, il 70% delle donne dichiara di aver subito una molestia durante il trasporto, contro meno del 10% degli uomini. Ed ancora un ingrandimento sulle abitudini dei romani. L'autobus è in assoluto il mezzo più usato dalle passeggere: 6464 contro 1990 maschi. Seguìto dalla metro con 6292 donne contro 1928 maschi. Le conclusioni preliminari del sondaggio dicono che la maggior parte delle pendolari sarebbe pronta ad usare più spesso i mezzi se le misure di sicurezza tra quelle proposte fossero in vigore, mentre moltissimi uomini dicono di non aver mai notato queste vessazioni.
«Dalla parte delle donne c'è un'alta percezione del rischio di essere molestate, soprattutto negli autobus - dichiara Giovanni Zannola, presidente della Commissione mobilità- con i numeri raccolti, a breve, ci sarà una tavola rotonda anche con Atac, che va coinvolta per concertare politiche di prevenzione». Il tema è scottante non solo per le utenti dell'area metropolitana, ma anche per le passeggere degli altri comuni della regione.
Alla luce dei preoccupanti dati emersi anche sulla tratta di Pomezia, dove ogni giorno viaggiano migliaia di lavoratrici, Tiziana Biolghini, delegata alle politiche sociali dell'area metropolitana, ha voluto estendere il progetto anche a Cotral. L'obiettivo imminente di Palazzo Senatorio è una campagna di comunicazione su tutti i mezzi romani: manifesti da affiggere e linee guida con numeri telefonici dei centri antiviolenza. Anche i testimoni devono sentirsi convolti. Come per esempio rivolgersi ad un servizio specializzato e non girarsi dall'altra parte.