Andrea Morigi per “Libero quotidiano”
I dati della World Toilet Organization indicano che 2,3 miliardi di persone al mondo non hanno a disposizione servizi igienici mentre sono ancora 892 miioni coloro che praticano la cosiddetta «defecazione all' aperto».
È una piaga, sebbene sia circoscritta soltanto ad alcune aree del pianeta, ma dalle conseguenze letali, poiché ogni giorno circa 800 bambini muoiono a causa di malattie come la diarrea, che potrebbero essere evitate se solo fossero a disposizione acqua pulita, latrine e condizioni sanitarie decenti.
RISCHIO ALTISSIMO Gli scarsi livelli di pulizia hanno effetti negativi in particolare sulla salute delle donne che, nel periodo del ciclo mestruale, spesso usano sterco di vacca, stracci sporchi, vecchi quotidiani, sabbia o foglie per pulirsi, poiché non hanno la possibilità di lavarsi e per questo motivo evitano di recarsi a scuola o al lavoro, con effetti sulla capacità di produrre ricchezza e sui livelli d' istruzione, spiega un rapporto della fondazione Maboshe Memorial Centre, nello Zambia.
Uno fra i Paesi più colpiti è la Nigeria, dove il governo ha dichiarato lo stato di emergenza nel novembre 2018 e si è posto come obiettivo di risolvere il problema entro il 2025, dopo aver lanciato nell' aprile scorso una campagna nazionale per favorire l' uso della toilette con la collaborazione dell' Unicef, del Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale del Regno Unito, l' Unione Europea e la organizzazione non governativa WaterAid.
In questo modo alcuni villaggi, come Yammamar Kafawa, hanno ottenuto la certificazione ufficiale «open defecation free», riferisce il quotidiano britannico The Guardian. Non solo chi sgarra viene multato, ma la popolazione locale è invitata anche a prendere la buona abitudine di lavarsi le mani dopo aver espletato le proprie funzioni corporali. Per facilitare il cambiamento, si sono moltiplicati i bagni pubblici e privati e i lavatoi.
A livello nazionale, l' azione del governo si concentra nelle aree rurali più povere, dividendo il Paese in 774 zone, delle quali però soltanto 13 finora hanno raggiunto i risultati sperati.
Anche in India, dove 1 miliardo e 200 milioni di persone patiscono condizioni igieniche spaventose, il problema è lungi dall' essere risolto.
Il governo di Delhi, per rispettare la tabella di marcia che aveva concordato con le Nazioni Unite, avrebbe dovuto costruire in media 41 toilette al minuto per dieci anni a partire dal 2015. Ovviamente, non vi sono riusciti, se non parzialmente, anche perché lo scavo e la costruzione di un cesso privato implicano la proprietà di un terreno e un piccolo investimento. Nelle comunità più povere, la necessità di accumulare denaro per sposarsi, vista la necessità di una dote, costituisce un freno ulteriore.
Chi non ha accesso al credito, quindi, sembra destinato a rimanere in condizioni di arretratezza. Ma il governo di Haryana nel 2005 ha posto delle priorità: senza toilette non si può contrarre matrimonio. La strategia ha funzionato, se non altro perché si sono sposate con maggior frequenza donne che esigevano di avere un bagno in casa per trasferirsi nella casa del futuro marito.
COMUNITÀ DI MIGRANTI Rimane aperta la questione delle minoranze di immigrati giunte nei Paesi occidentali, che non sempre acquisiscono usi e costumi delle società di accoglienza e spesso vivono in luoghi ad alta densità abitativa. Un metodo per formare alla cittadinanza responsabile non è ancora stato escogitato.
È stata istituita anche la Giornata mondiale della toilette, che si celebra ogni 19 novembre. ma sembra insufficiente a far crescere la sensibilità sul tema. Toccherà aiutarli qui e a casa loro, tenendo conto che conviene anche economicamente. Secondo gli esperti ogni dollaro impiegato in condutture idriche e fognarie e in servizi igienici riesce a generare un risparmio di 4,3 dollari in spese per la salute.