MONNEZZA CAPITALE! LA RAGGI SCARICA LA SPAZZATURA A CIVITAVECCHIA, SALVINI GUIDA LA RIVOLTA: “FERMERÒ I CAMION CON I RIFIUTI DI ROMA INVIATI DALLA SINDACA. SE SERVE VIOLO LA LEGGE”. E RILANCIA LA CARTA DEI TERMOVALORIZZATORI - MA A CIVITAVECCHIA E TARQUINIA DA MESI È INIZIATA UNA BATTAGLIA, SINDACI LEGHISTI IN TESTA, CONTRO IL PROGETTO DI UN TERMOVALORIZZATORE

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Mauro Evangelisti per “il Messaggero”

 

salvini civitavecchia salvini civitavecchia

«Fermerò i camion con i rifiuti di Roma inviati dalla Raggi alla discarica di Civitavecchia, lo farò come un comune cittadino, mi siederò in mezzo alla strada, se serve violo la legge» promette Salvini. «Bisogna realizzare i termovalorizzatori» aggiunge sorridente. Gelo nella piazza: a Civitavecchia e Tarquinia da mesi è iniziata una battaglia, sindaci leghisti compresi, contro il progetto di un termovalorizzatore, incomprensibilmente osteggiato più dei rifiuti mandati da Roma.

 

salvini civitavecchia salvini civitavecchia cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 31 cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 31

Rivediamo al rallentatore. Ore 16, Salvini prende il caffè al Gigi Bar, non ha la divisa giacca-maglione made in Emilia-Romagna, ma un giubbino blu; esce, concede i primi selfie a una signora con cappotto leopardato. Infine, procede, con al fianco il sindaco leghista di Civitavecchia Ernesto Tedesco, fino a piazza Fratti. Lo aspettano telecamere e giornalisti. Non si sottrae. «Non servono le discariche - dice -, servono i termovalorizzatori. Differenziata e termovalorizzatori. Raggi e Zingaretti sono due incapaci che si scambiano inutili lettere sui rifiuti come due innamorati. Quando governeremo noi, nel Lazio faremo i termovalorizzatori».

VIRGINIA RAGGI VIRGINIA RAGGI

 

Se c'è un tema che a Civitavecchia accende gli animi non sono i rifiuti di Roma, ma il progetto del grande termovalorizzatore presentato da A2A (multiutility lombarda della quale lo stesso Salvini dice di avere un esiguo quantitativo di azioni) a Tarquinia. Proprio ai confini con la città portuale. Nei cinquanta passi fino al centro della piazza, dove c'è il comizio, qualcuno spiega a Salvini il problema: parlare di termovalorizzatori da queste parti non è un'ideona. Tedesco prende il microfono e fa mettere agli atti che Civitavecchia è contraria al termovalorizzatore e che anche Salvini sa che in questo territorio non si può fare (al suo fianco Salvini fa sì con la testa).

 

Un'ora dopo, nella conferenza stampa in Municipio, Salvini ripete la formula «termovalorizzatori sì» ma precisando «non a Civitavecchia né a Tarquinia». «In Lombardia ci sono tredici termovalorizzatori, perché nel Lazio neanche uno?», attacca. Gli fanno notare che uno c'è, a San Vittore, in provincia di Frosinone. «Ah sì, uno c'è, ma in Lombardia sono 13. Non dico che ne servano così tanti nel Lazio, però io ce ne ho uno vicino a casa mia e mi sembra di essere cresciuto bene, senza problemi. Ci sono a Copenaghen e a Vienna in centro».

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Fuori si sentono le contestazioni degli anti salviniani: cantano la solita Bella ciao, mostrano uno striscione con scritto, appunto, no ai rifiuti di Roma ma anche no all'inceneritore. In realtà non è una piazza piena né da una parte, né dall'altra: i contestatori sono una ventina, i salviniani sono circa 200 (a essere generosi). I leghisti di Civitavecchia fanno notare che solo lunedì sera si è saputo che sarebbe arrivato il leader e quindi, in un giorno lavorativo, era difficile portare più persone. Salvini, oltre alla promessa di violare la legge per bloccare i camion da Roma («si farà arrestare sulla base di una sua normativa» ironizzano da sinistra), assicura che questa mattina farà un salto in Campidoglio per continuare la marcatura della Raggi. E di Zingaretti. Nelle sue dichiarazioni Salvini fa sempre molta attenzione e cita entrambi come artefici del disastro rifiuti in corso a Roma.

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MIRACOLI

«Ci vorranno cinque anni per sistemare le cose nella Capitale - ripete Salvini - non posso mica fare miracoli». Il corto circuito sui termovalorizzatori nei cinquanta passi tra le dichiarazioni in favore di telecamere e il palco, però, racconta quanto la gestione dei rifiuti sia materia complicata: ogni soluzione porta scontento da una parte o dall'altra. Ma i camion da Roma che Salvini vuole fermare con il suo corpo sono già arrivati? Sì e no. La discarica di Civitavecchia normalmente riceve 250 tonnellate di scarti, in gran parte romani. I camion continuano a passare, anche se controllati meticolosamente dalla polizia locale inviata dal sindaco Tedesco che prepara ricorsi al Tar e all'Asl.

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Ma l'incremento disposto dalla Raggi nell'ordinanza, che significherebbe quadruplicare i camion, ancora non c'è, perché dalla discarica hanno spiegato che più di 500 tonnellate al giorno non possono prenderne. Non solo: ad Ama manca la tipologia di camion del tipo accettato a Civitavecchia. Un grande pasticcio che sta portando Roma dritta come un treno verso l'emergenza rifiuti di Capodanno, anche perché, dopo Colleferro, si fermerà la discarica di Roccasecca (Frosinone), a causa di una sentenza della Cassazione su una complicata storia di codici di classificazione dei rifiuti che rischia di paralizzare tutto il Paese. Non solo Roma.

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