Federica Cravero per www.repubblica.it
Ha tentato di impiccarsi in carcere Nicolas Musi, 23 anni, accusato di aver ucciso Leonardo Russo, 20 mesi, picchiato a morte in un appartamento nel quartiere di Sant’Agabio, a Novara. L’uomo, da qualche mese convivente della madre del bimbo, anche lei accusata di infanticidio, era in cella nel carcere di Novara. Verso la mezzanotte di ieri è riuscito ad annodare una striscia di lenzuolo alle inferriate della propria cella ma alcuni agenti della polizia penitenziaria lo hanno salvato.
Nicolas Musi era recluso da venerdì, quando gli agenti della squadra mobile di Novara su ordine della procura lo avevano arrestato con la compagna Gaia Russo, 22 anni, ai domiciliari in una struttura protetta, perché incinta. Era stata lei, giovedì scorso, a telefonare al 118 perché il figlio di venti mesi si sentiva male. "E' caduto dal letto", aveva sostenuto con i soccorritori. L'autopsia sul bimbo, morto all'arrivo in ospedale, ha rivelato una serie di traumi e una emorragia al fegato per un violento colpo all'addome.
bimbo ucciso a novara Gaia Russo e Nicholas Musi
Prima di tentare il suicidio, Musi, con problemi di droga e numerosi precedenti alle spalle, si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere alle domande degli inquirenti. Di fronte al pm Ciro Caramore, titolare dell'inchiesta, si era limitato a dirsi "con la coscienza pulita", parole che il magistrato ha definito "agghiaccianti".
“Grazie alla polizia penitenziaria, nonostante la povertà dei mezzi e degli organici, la vetustà delle infrastrutture e la insalubrità di molti degli attuali ambiti penitenziari, nelle carceri Italiane vige un permanente stato di legalità e di rispetto umano per gli individui”, afferma Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp.