Francesco Semprini per La Stampa
«Una guardia di sicurezza mi ha seguita mentre camminavo verso casa stasera. Mi ha chiesto se vivessi lì perché "sembri sospetta"». È così che Amanda Gorman si è vista costretta a spiegare che stava solo rientrando a casa ad un agente che l' ha fermata sulla soglia.
Amanda Gorman è la giovane poetessa afroamericana diventata famosa in tutto il mondo dopo il suo intervento alla cerimonia di insediamento alla presidenza di Joe Biden. «Mi ha chiesto se vivessi lì, ha detto che "gli sembravo sospetta". Gli ho mostrato le chiavi e ho aperto la porta. Se ne è andato senza una parola.
Niente scuse», ha scritto Amanda su Twitter, proseguendo in un altro messaggio: «In un senso sono una minaccia. Una minaccia nei confronti dell' ingiustizia, le diseguaglianze e l' ignoranza.
Chi dice la verità e cammina con speranza è un ovvio e fatale pericolo per i poteri costituiti».
Il caso ha sollevato una marea di polemiche legate soprattutto alla questione del comportamento discriminatorio di una certa parte delle forze dell' ordine ostaggio di pregiudizi nei confronti delle minoranze, in particolare afroamericane. Episodi che sono stati definiti con l' espressione «Walk while black».
amanda gorman con doppia mascherina
Una lunga narrativa che ha visto cittadini neri che finiscono per diventare individui sospetti e vittime di «forza eccessiva» da parte delle autorità solo per essere tali. Da Michael Brown a Ferguson a George Floyd a Minneapolis, sono quasi sempre giovani dei ghetti, e il rischio di venir malmenati e talora uccisi per loro è assai maggiore. Un periodo quello di Floyd di giustizia violenta che ha fatto riemergere in tutti gli Stati Uniti tensioni razziali mai sopite, rilanciando il dibattito sull' operato discriminatorio di una certa parte delle forze dell' ordine.
le stories di amanda gorman 19 amanda gorman instagram story da milano
Ne sono seguite settimane di dimostrazioni guidate dal movimento Black Lives Matter, in alcuni casi fagocitate da manifestazioni violente, saccheggi e scontri con la polizia. E successivamente tra gruppi radicali della sinistra e formazioni e milizia della destra estrema. A volte però non capita soltanto ai ghetti. Afro-americani ricchi e famosi non sono esenti dal «marchio di infamia», come quando Oprah Winfrey a Zurigo, cercando di comprare una borsa di Tom Ford, fu presa per una taccheggiatrice, o Danielle Watts, l' attrice di «Django Unchained» di Quentin Tarantino fu scambiata a Los Angeles per una prostituta mentre era in macchina con il fidanzato. Nel 2009 Henry Louis Gates, il decano degli studi afroamericani a Harvard, venne arrestato mentre rientrava a casa da un lungo viaggio: il poliziotto bianco troppo zelante lo aveva preso per uno scassinatore e la vicenda portò al «vertice della birra» alla Casa Bianca con l' allora presidente Barack Obama e il suo vice Joe Biden nel ruolo di mediatori.
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«Questa è la realtà che vivono le ragazze nere: un giorno sei un' icona e l' indomani una minaccia», ha detto Amanda Gorman. Nonostante «The Hill we Climb», la sua stessa poesia dell' insediamento recitata un mese e mezzo fa per milioni di persone in tutto il mondo, presentasse la visione di un' America che continuamente corregge la rotta puntando verso un futuro impegnato a includere tutte le sue culture.
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