NEGATA LA LIBERTA’ CONDIZIONALE AL PALESTINESE SIRHAN SIRHAN, L’ASSASSINO DI ROBERT KENNEDY - CONDANNATO ALL’ERGASTOLO NEL 1969, HA SEMPRE DICHIARATO DI NON RICORDARE NULLA - PAUL SCHRADE, CHE QUEL GIORNO ERA SULLA TRAIETTORIA DEL PROIETTILE: “TI PERDONO PER AVERMI SPARATO”

L’assassino di Bob Kennedy oggi ha 71 anni. Paul Schrade è convinto che ad uccidere il fratello di Jfk non fu il colpo esploso da Sirhan. Quando fu arrestato dopo l’omicidio disse: “L’ho fatto per il mio paese”... -

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Da www.ap.org

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Sirhan Sirhan, oggi 71enne, fu dichiarato colpevole di aver ucciso il candidato presidenziale Robert F Kennedy nel 1968. Disse di averlo fatto per il suo paese, la Palestina. Da allora non ricorda come sono andate le cose in quel preciso giorno. La foto lo ritrae nel momento in cui gli viene negata la libertà condizionale per la quindicesima volta.

 

Paul Schrade, 91 anni, all’epoca capitò nella traiettoria della pallottola e fu colpito alla testa. E’ convinto che sia stato Sirhan a sparare ma che ad uccidere Kennedy sia stato un altro cecchino.

 

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Durante la sua testimonianza, con la voce spezzata dall’emozione, ha dichiarato alla corte californiana: «Ti perdono per avermi sparato. Mi sento in colpa perché avrei dovuto aiutarti molto prima e avrei aiutato anche me».

 

 I due si sono confrontati per la prima volta, dopo il processo del 1969. Tre ore di testimonianza non hanno fatto che peggiorare la situazione, in quanto la giuria ritiene che Sirhan non abbia mostrato abbastanza rimorso né compreso l’enormità del suo crimine.

 

Sirhan ha confermato di non ricordare la sparatoria all’hotel Ambassador di Los Angeles, dopo che Kennedy vinse le primarie democratiche californiane: «E’ tutto vago nei miei ricordi. Vorrei solo che non fosse successo.

 

robert kennedy robert kennedy

Mi spiace per le vittime ma io non posso prendermi la responsabilità dell’omicidio». Dice che il processo andò male perché la sua difesa fu inefficace e gli fecero pressioni fino a sentirsi colpevole.

 

Durante il processo del 1969 l’imputato ammise d’impulso di aver premeditato il crimine e questa dichiarazione, insieme a quel “l’ho fatto per il mio paese”, detto durante l’arresto, furono gli unici commenti rilevanti, perché poi non ha mai ricordato altro.

 

Schrade è stato ammonito per aver infranto il protocollo, rivolgendosi direttamente all’imputato. Ma a lui non è importato, anzi ha criticato duramente la decisione di non dare la condizionale a Sirhan, che sta scontando un ergastolo, e, quando la commissione ha chiesto se qualcuno voleva prendersi una pausa, ha risposto: «No, voglio che tutto questo finisca. Lo trovo ingiurioso».

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Sirhan ha dichiarato alla giuria che sogna di tornare in Giordania o da suo fratello in California: « Vorrei stare solo in pace e in armonia con gli altri. Questa è un’esperienza troppo traumatica».

 

Mentre lasciava l’aula, Schrade ha urlato: «Sirhan, mi dispiace così tanto per quello che ti sta accadendo. E’ colpa mia». Sirhan ha provato a stringergli la mano ma una guardia l’ha impedito.

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