naziste le furie di hitler

NO WOMAN NO REICH – LA STORIA DELLE DONNE CHE APPOGGIARONO HITLER E SI TRASFORMARONO PIÙ O MENO CONSAPEVOLMENTE IN SPIETATE ASSASSINE – OMICIDI DI BAMBINI, TORTURE E SEVIZIE, ESPERIMENTI MEDICI, DISCRIMINAZIONI VARIE CONDITE DI SADISMO E ODIO: LA LORO STORIA RACCONTATA NEL LIBRO “LE FURIE DI HITLER”

 

 

Da www.ansa.it

 

WENDY LOWER - LE FURIE DI HITLER

Erano giovani, le classiche ragazze della porta accanto, molte con gli occhi blu come il cielo e i capelli color del grano, tutte di purissima razza ariana tedesca. Erano segretarie, infermiere, insegnanti, alcune guardie, moltissime solo semplici mogli o amanti di ufficiali e burocrati: eppure tutte, nel delirio tragico dell'Olocausto, si trasformarono più o meno consapevolmente in spietate assassine.

adolf hitler

 

Racconta una terribile pagina di storia ancora non del tutto nota "Le furie di Hitler", indagine condotta dalla storica statunitense Wendy Lower, ripubblicata in Italia da Rizzoli (con la traduzione di Andrea Zucchetti), dopo una prima edizione nel 2013. Il libro mette al centro molte di queste donne che sposarono il credo nazista, narra i crimini di cui si macchiarono, cercando di spiegare contesto e possibili motivazioni, e quale poi sia stato il loro destino dopo la guerra.

ANGELA MARIA RAUBAL E ADOLF HITLER

 

furie di hitler 2

Come scrive Lower, se è vero che "il regime nazista insegnò a migliaia di tedesche a essere complici, a essere spietate con i nemici del Reich", in realtà non ci si aspettava che - al di fuori dei lager, dei manicomi e delle prigioni - le donne dovessero trasformarsi in efficienti killer senza umanità.

 

naziste 2

"Quelle che decisero di farlo - spiega Lower - sfruttarono l'occasione di trovarsi all'interno di un ambiente sociopolitico fertile, aspettandosi ricompense e riconoscimenti, non ostracismo". Quando si delineò il disegno criminale di Hitler, il regime chiamò ogni tedesco a prenderne parte, anche le donne, che presto ebbero il loro ruolo: un ruolo divenuto poi centrale, che tuttavia è stato poco documentato.

furie di hitler

 

Omicidi di bambini, torture e sevizie, esperimenti medici, discriminazioni: di questo molte ragazze si macchiarono, a volte con un sadismo e un odio difficili da immaginare per una donna. E' vero che poiché non ricoprirono incarichi di comando queste donne non vennero processate a Norimberga insieme alle figure di spicco del Reich: la maggior parte di loro fu giudicata in tribunali di zona.

truppe naziste a norimberga

 

Alcune furono fortunate, sopravvissero e raccontarono la loro storia più avanti, in anni ormai lontani dalla guerra, senza mai vedere se stesse come efferate criminali; altre pagarono per i loro delitti, altre invece morirono.

 

Proprio con l'idea di raccontare le loro storie, l'autrice ha condotto una serie di accurate ricerche basandosi su documenti tedeschi del periodo bellico, atti investigativi, verbali di processi, inchieste sovietiche su crimini di guerra, diari, corrispondenze, memorie pubblicate, interviste, ma soprattutto sui cosiddetti "ego-documenti", ossia auto rappresentazioni create dalle protagoniste, resoconti che vanno interpretati e "sfrondati" da esagerazioni o memorie rese "parziali" o edulcorate, ma che comunque sono fondamentali per comprendere ciò che è accaduto.

armi e riviste naziste

 

naziste

La maggior parte dei crimini nazisti vennero compiuti dalle donne nei territori orientali. Nell'Est infatti, nelle terre tra la Germania e la Russia, i nazisti vedevano tante opportunità per creare un vero e proprio Eden per la Germania: a patto però di "estirpare" con ogni mezzo la vera "minaccia" di quei luoghi, ossia coloro che li abitavano, gli storici nemici ebrei, considerati esseri inferiori, e gli oppositori politici che andavano sterminati. E proprio qui a giovani tedesche ambiziose Hitler offriva l'opportunità di far carriera.

 

naziste sul transatlantico

Molte di loro scelsero di trasformarsi in "assassine in gonnella" e non necessariamente erano infermiere, insegnanti o segretarie, quanto semplicemente mogli e segretarie che, trovandosi vicino a uomini impegnati negli omicidi di massa, si lasciarono coinvolgere, molte di loro partecipando attivamente.

naziste 2

 

truppe naziste marciano dentro praga

Con acume, rigore e lucidità, ma mai con distacco, Lower propone al lettore fatti e informazioni che non possono lasciare indifferente e che ci rimandano ai giorni nostri, facendoci riflettere su quanto sia ancora possibile il rischio di cadere nella spirale dell'odio e del pregiudizio. (ANSA).

UNIFORMI NAZISTElenti di ingrandimento nazistele foto naziste di lutze

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”