Alberto Zorzi ed Eleonora Biral per http://corrieredelveneto.corriere.it/
Prima di ucciderla oppure – e sarebbe l’ipotesi più terribile – dopo averle premuto sulla bocca lo straccio intriso di cloroformio che l’ha soffocata, l’ha stuprata. O perlomeno questa è l’ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti in una vicenda che già sembrava aver toccato l’apice dell’orrore con la trappola omicida architettata dal professore d’inglese 50enne Stefano Perale nei confronti di Anastasia Shakurova, la 30enne russa che era stata sua studentessa e di cui si era invaghito in maniera ossessiva, e il 31enne fidanzato Biagio Buonomo: dopo averli storditi con un cocktail pieno di sonnifero, avrebbe soffocato lei e sprangato lui con 5 o 6 colpi violentissimi con un tubo di metallo sulla testa.
Nel cellulare di Perale, con data e ora compatibile con la folle serata tra sabato e domenica, sarebbero stati trovati due video raccapriccianti: in uno è ripreso un rapporto sessuale, nell’altro un rapporto orale. In entrambi i casi la «vittima» della violenza sarebbe Anastasia, che peraltro resta immobile perché sicuramente è già stata sedata, se non addirittura uccisa.
Che sia una pista investigativa lo dimostra il fatto che sull’argomento è stato interrogato anche il medico legale Antonello Cirnelli, con una richiesta specifica del pm Giorgio Gava di cercare segni della violenza (che però non sarebbe così evidenti, anche perché lei non era in grado di reagire e difendersi) o anche tracce di sperma o di Dna dell’assassino.
Il telefono è stato invece spedito alla sede centrale della Polizia scientifica a Roma per la conferma tecnica che quei video risalgano, come peraltro pare evidente in prima battuta, a quella notte. «Prima non si può dire nulla - spiega il difensore di Perale, l’avvocato Matteo Lazzaro - Non possiamo dire nemmeno che si riferiscano alle persone in questione». Se fosse confermata questa ipotesi, il pm Gava potrebbe arrivare a contestare anche il reato di violenza sessuale, oltre a quello di duplice omicidio volontario premeditato.
La procura sta anche valutando come qualificare dal punto di vista giuridico il fatto che con Anastasia sia morto anche il bambino che aveva in grembo, visto che era incinta di quasi cinque mesi. Potrebbe essergli contestato il procurato aborto, ma serve la certezza che Perale sapesse della gravidanza. Forse lei non gliel’aveva detto, ma lui potrebbe averlo saputo già quella sera.
«Non era una gravidanza evidente - continua l’avvocato Lazzaro - tanto che l’ipotesi è sorta per il fatto che la donna aveva delle pastiglie di acido folico in borsa». Dopo il funerale di Buonomo avvenuto mercoledì a Sant’Arpino, il paese campano della famiglia, tra oggi e domani dovrebbero arrivare in Italia anche i genitori di Anastasia. Anche il suo funerale si terrà lì.