ORECCHIETTE ALLA JIHAD - QARI KHESTA MIR AHMADZAI, AFGHANO ARRESTATO PER TERRORISMO, LO SCORSO NOVEMBRE FU SEGNALATO DA UN FINANZIERE MENTRE CON DUE AMICI SCATTAVA FOTO AL PORTO DI BARI, CROCEVIA DEI JIHADISTI - NON ERANO SELFIE DA TURISTI, MA SOPRALLUOGHI “PER COMPIERE ATTENTATI”

Il porto di Bari si conferma crocevia del terrorismo: secondo i servizi almeno 18 foreign fighters sarebbero transitati dalla Puglia (compreso Salah Abdeslam). Controlli difficili anche a causa della scarsa collaborazione tra investigatori dei paesi europei…

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G.F. e Fa.To. per “la Repubblica

 

QARI KHESTA MIR AHMADZAI QARI KHESTA MIR AHMADZAI

«Alle ore 16.10, mentre effettuavo un passaggio di controllo presso il terminal crociere del porto di Bari, notavo tre individui di origine medio- orientale intenti a fotografarsi davanti al terminal». Era il 15 novembre del 2015, 48 ore dopo gli attentati di Parigi, e con l’imperfetto tipico dei rapporti informativi un finanziere segnalava una potenziale minaccia. Concretizzatasi, sei mesi dopo, nei tre arresti di ieri.

QARI KHESTA MIR AHMADZAI QARI KHESTA MIR AHMADZAI

 

Il militare in servizio al porto aveva avuto l’intuito di capire che quei tre personaggi, in posa davanti alla fregata “Maestrale” della Marina, non erano semplici turisti. Secondo la procura Qari Khesta Mir Ahmadzai, l’uomo al terminal crociere di Bari insieme ad altri due afghani, era lì per un altro motivo. «Sono scatti che non hanno alcun valore turistico e possono essere considerati sopralluoghi, fatti dalla cellula per compiere attentati».

 

Se fosse confermata l’accusa, Khesta Mir non sarebbe certo il primo jihadista che utilizza il porto pugliese come base per l’ingresso in Europa. Al momento la Direzione distrettuale antimafia ha indizi su almeno sei possibili terroristi che sono passati da lì.

QARI KHESTA MIR AHMADZAI QARI KHESTA MIR AHMADZAI

 

Il primo agosto scorso Salah Abdeslam, uno degli stragisti di Parigi, è salpato in direzione Patrasso col traghetto, per poi rientrare quattro giorni dopo. Un viaggio in Grecia, in compagnia di Ahmad Dahmani (poi arrestato in Turchia), per incontrare il resto della cellula di Molenbeek e probabilmente calendarizzare gli attacchi.

 

Aveva scelto Bari come centrale operativa anche Muhmad Majid, iracheno già condannato per terrorismo, ora al centro di un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con il sospetto che volesse fornire documenti “puliti” per chi intendeva raggiungere la guerra santa via mare.

QARI KHESTA MIR AHMADZAI QARI KHESTA MIR AHMADZAI

 

E sempre a Bari è stato recentemente arrestato un altro iracheno con un’accusa simile, traffico di documenti falsi, nell’indagine della Direzione distrettuale antimafia che ha portato i pm Roberto Rossi e Renato Nitti a chiedere alla Digos di incrociare gli elenchi della nostra antiterrorismo con le persone transitate dal porto di Bari negli ultimi 18 mesi. In almeno sei casi, ci sono riscontri.

 

QARI KHESTA MIR AHMADZAI A TRIESTE QARI KHESTA MIR AHMADZAI A TRIESTE

Per l’intelligence del nostro Paese, Bari non è una sorpresa. Secondo i dossier dell’Aisi portati all’attenzione del Comitato di analisi strategica antiterrorismo del Viminale, nell’ultimo anno e mezzo sono transitati diciotto possibili foreign fighter, in direzione Grecia. Quella pugliese è la rotta sfruttata da chi ha documenti in regola: cittadini comunitari che raggiungono i porti greci per poi passare in Turchia e da qui superare il confine siriano.

 

La troppo spesso scarsa collaborazione tra i servizi segreti europei rende praticamente impossibili controlli a campione su soggetti a rischio, in particolare a luglio e agosto quando dal porto di Bari transitano più di diecimila persone al giorno.

 

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In alcuni casi, però, la rete di prevenzione e condivisione delle informazioni sensibili ha funzionato. Negli ultimi mesi le forze di polizia italiane hanno ricevuto dall’estero una ventina di segnalazioni su presunti foreign fighter entrati in Italia. Erano cittadini francesi, belgi e inglesi.

 

Sono state organizzate delle staffette tra gli agenti, per fare controlli apparentemente casuali lungo il tragitto e verificare se, dall’ingresso al confine sino all’arrivo in Puglia, i soggetti effettuassero soste tecniche o incontrassero qualcuno. Non è mai accaduto. Bari, dunque, è solo un punto di passaggio sulla rotta della jihad. Una tappa oltretutto poco protetta, con falle nella sicurezza del perimetro portuale da tempo segnalate al Viminale.

nave con 49 naufraghi al porto di bari. 76e96069accadfe64823b3cec2397204 nave con 49 naufraghi al porto di bari. 76e96069accadfe64823b3cec2397204

 

Gli uomini della polizia doganale hanno creato un database elettronico che ha permesso di ricostruire il viaggio di Salah. Ma nell’area ci sono ancora poche telecamere e mancano gli apparecchi che permettono di scattare fotografie a tutti i passeggeri: per dire, se non avesse acquistato il biglietto successivo a quello di Salah, Dahmani non sarebbe mai stato arrestato.

 

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