PANE PER I COMPLOTTISTI – BILL GATES HA DECISO DI INVESTIRE ALTRI 150 MILIONI CONTRO LE FUTURE PANDEMIE, PERCHÉ È CONVINTO CHE IL CORONAVIRUS NON SARÀ UN CASO ISOLATO. ANZI, IL PROSSIMO VIRUS SARÀ PEGGIORE E IL SUO ARRIVO NON È UNA QUESTIONE DI “SE”, MA DI “QUANDO” – IL PIANO DEL MILIARDARIO: METTERE SU DELLE STRUTTURE DI RICERCA PER POTER SVILUPPARE I FUTURI VACCINI IN 100 GIORNI

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Bill Gates Bill Gates

Simona Siri per "la Stampa"

 

Se pensate che la pandemia di Covid-19 con i suoi cinque milioni e 586 mila morti in tutto il mondo sia orribile, sappiate che la prossima potrebbe essere ancora peggio. Perché l'arrivo di un'altra pandemia non è questione di «se», ma di «quando». Sono parole di Bill Gates, un avvertimento dato non per spaventare, ma per spronare i governi e le agenzie mondiali a non farsi trovare di nuovo impreparati.

 

È infatti a questo scopo che la Bill & Melinda Gates Foundation e il Wellcome Trust hanno annunciato un ulteriore investimento economico: 150 milioni ciascuno a favore della Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI), un organismo internazionale formatosi cinque anni fa durante dopo l'epidemia di Ebola del 2014-2015 il cui scopo è appunto la preparazione a future minacce sanitarie.

 

NATALE CON IL COVID - BY ELLEKAPPA NATALE CON IL COVID - BY ELLEKAPPA

L'obiettivo a breve termine e che sarà portato avanti anche grazie a un evento di raccolta fondi previsto per l'8 marzo e sponsorizzato dal governo del Regno Unito, è di raccogliere 3,5 miliardi di dollari: con questa cifra a disposizione è pensabile mettere su delle strutture di ricerca in grado di sviluppare un nuovo ipotetico vaccino per una nuova ipotetica pandemia in soli 100 giorni, circa un terzo del tempo impiegato per sviluppare i primi vaccini COVID-19.

 

BILL GATES BILL GATES

 «La diffusione negli ultimi due mesi della variante Omicron esemplifica i modi in cui dobbiamo essere pronti sia in termini di velocità che di portata della nostra risposta alle minacce future», ha detto ai giornalisti l'amministratore delegato di CEPI Richard Hatchett.

 

«Nessuno di noi crede che Omicron sarà l'ultima variante o che il Covid-19 sarà l'ultima pandemia», ha aggiunto. Filantropo, ma pur sempre imprenditore, Gates ha spiegato la necessità di queste enormi somme in termini economici, come un investimento: spendere ora per non ritrovarsi di nuovo con le economie bloccate in futuro.

coronavirus coronavirus

 

«Qui si parla di spendere miliardi per evitare trilioni di danni economici e miliardi di vittime: è una polizza assicurativa piuttosto buona», ha dichiarato, affermando anche che i due grandi finanziatori dello sviluppo del vaccino durante la pandemia di Covid-19 - CEPI e il governo Usa - sono stati «coraggiosi nel mettere a rischio i soldi per creare ampi portafogli di potenziali vaccini».

 

Non solo, sempre secondo Gates gli altri due obiettivi fondamentali da qui alla prossima pandemia devono essere da una parte affrontare problemi sanitari globali esistenti non risolti, ad esempio creando un vaccino per l'Hiv e vaccini migliori per la tubercolosi e la malaria.

 

Bill Gates e Melinda Bill Gates e Melinda

Dall'altra colmare il divario in termini di accesso al vaccino tra Paesi ricchi e Paesi poveri. In questo senso, sono proprio le priorità dei governi che dovrebbero cambiare, mettendo la lotta alle emergenze sanitarie in cima alla lista delle attività da finanziare. Una posizione ribadita anche da Joe Biden durante la conferenza stampa che ha segnato il suo primo anno alla guida degli Usa: «Mi auguro che gli altri Paesi forniscano quantità significative di vaccino al resto del mondo, perché non è sufficiente che questo Paese non abbia il virus o sia in grado di controllarlo, non basta vaccinare 340 milioni di persone negli Stati Uniti. Non basta farlo qui».

Bill Gates nel 1985 Bill Gates nel 1985

 

Il Center for Strategic and International Studies (CSIS), un'organizzazione di ricerca politica bipartisan senza scopo di lucro con sede a Washington, ha da poco pubblicato un report in cui suggerisce otto manovre fondamentali per la gestione di questa seconda fase di pandemia.

 

Tra i passi suggeriti al primo posto ci sono il lancio di un progetto internazionale di preparazione alla pandemia gestito dagli Usa e la nomina di un inviato presidenziale per la sicurezza sanitaria globale. Il progetto quinquennale di preparazione internazionale alla pandemia deve avere obiettivi concreti, deve definire le priorità dei Paesi e delle istituzioni partner e deve prevedere un piano d'azione chiaro e una struttura di leadership permanente, con un budget compreso tra 18 e 20 miliardi di dollari l'anno.

RICHARD HATCHETT RICHARD HATCHETT

 

L'inviato presidenziale dovrà avere sede presso il Dipartimento di Stato e collaborare con il Congresso, coordinare l'azione tra le agenzie in collaborazione con la Casa Bianca ed espandere l'impegno diplomatico con alleati chiave, istituzioni internazionali e regionali. «Gestire la crisi ancora in corso e preparare risposte alle minacce future non sarà facile - chiosano gli autori - ma è assolutamente necessario».

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