Estratto dell'articolo di Elena Dusi per “la Repubblica”
Ma la miniera di litio dov’è? «Mai vista, mi spiace» allarga le braccia un abitante di Cesano. Il benzinaio del borgo alla periferia nord-ovest di Roma ha un’illuminazione: «Ecco perché un cliente una volta mi ha detto: complimenti ora siete ricchi. Io non ne sapevo nulla». Poco più a nord, nel Comune di Campagnano, […] un uomo finalmente indica avanti a sé: «La miniera è qui, tutto intorno a noi».
Ma di litio, detto oro bianco, metallo prezioso per le batterie usate, ad esempio, nelle auto, nei cellulari o integrate in impianti solari, passato nel corso del 2022 da 14 mila a 80 mila euro a tonnellata, non ne vediamo traccia. […] Andrea Dini, geologo del Cnr, autore con i suoi colleghi di una mappatura del litio in Italia uscita alcuni mesi fa sulla rivista Minerals , le definisce in effetti miniere atipiche. Il loro impatto, a giudicare dalla campagna intonsa intorno a noi, a prima vista è proprio basso.
estrazione di litio geotermico 2
«Il litio in queste zone di origine vulcanica è disciolto nell’acqua calda che si trova molto in profondità.L’estrazione consiste nel perforare il terreno e intercettare l’acqua. È un metodo pulito, ma è anche nuovo. In Australia il litio si estrae dalle rocce. In Sudamerica dai laghi salati[…]». La bucolica apparenza però non inganni. Gli 11,4 chilometri quadri nella valle del Baccano, una depressione rotonda che un tempo ospitava un lago vulcanico, sono oggetto di un permesso di ricerca di Enel Green Power e dell’azienda mineraria australiana Vulcan Energy. […]
Le mappe del Cnr indicano la presenza di litio geotermico — cioè disciolto nell’acqua sotterranea — dalla Toscana, all’altezza del monte Amiata, fino ai Campi Flegrei, in Campania. E il risiko delle richieste per l’estrazione è già iniziato. «Si prevede che la produzione di batterie che alimentano i nostri veicoli elettrici farà aumentare la domanda di litio di 17 volte entro il 2050» ha detto qualche giorno fa la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen […]
L’asso in mano, in questa situazione, se l’è ritrovato Enel, che tra gli anni ’70 e ’80 aveva perforato circa 15 pozzi esplorativi tra Cesano e Campagnano. […] Ma l’estrazione di tutto quel litio disciolto nell’acqua in profondità, in un’epoca in cui le pile servivano al massimo per il Walkman, fu ritenuta difficile. I pozzi, […] furono chiusi. […]Nel frattempo il mondo è cambiato e a luglio del 2022 Enel ha firmato un accordo con Vulcan Energy, l’azienda mineraria australiana che ha brevettato un metodo proprio per l’estrazione del litio geotermico, sfruttato attualmente in un altro sito in Germania, nella Valle del Reno.
Ma perché allora a Campagnano oggi sembra tutto immobile? Per quanto i prezzi del litio siano golosi, il calcolo di costi e benefici non è ancora terminato. La presenza di più aziende concorrenti fa assomigliare la caccia all’oro bianco a una partita a scacchi. «Siamo ancora nella fase di realizzazione dei rilievi e degli studi geologici preliminari per comprendere la natura del sottosuolo» spiega Niccolò Dainelli, geologo, rappresentante in Italia della Vulcan.
Tutte le prospezioni al momento avvengono in superficie. «Non ci sono autorizzazioni a scavare nuovi pozzi e trincee» conferma Alessio Nisi, sindaco di Campagnano, paese di quasi 13 mil a abitanti. «Le norme sulla geotermia non sono molto chiare nel Lazio e l’estrazione del litio non ha precedenti in Italia. Basti pensare che nella concessione a Vulcan Energy si fa rifermento al regio decreto del 1927, che riserva la competenza in materia di risorse minerarie allo Stato». […]
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