Anna Muzio per ‘il Giornale’
Come vi sentite nel giorno più triste dell'anno? Stamattina il suono della sveglia è stato più fastidioso, e il caffè aveva forse un gusto più amaro? Non stupitevi perché oggi, terzo lunedì di gennaio, è il «Blue Monday», il giorno più deprimente del calendario.
Invenzione poco scientifica e molto di marketing nata nel mondo anglosassone 13 anni fa a opera di Cliff Arnall, psicologo dell'Università di Cardiff, incrociando una serie di variabili: il freddo, i debiti contratti, i giorni passati dal Natale e quelli trascorsi dall'abbandono dei buoni propositi. Nel mondo anglosassone è ormai un appuntamento fisso, con varie organizzazioni che si muovono per garantire supporto psicologico mentre supermercati e ristoranti si attrezzano per proporre ghiottonerie antidepressive.
Che il lunedì sia il giorno più arduo della settimana per chi lavora e studia non è certo una novità. Anche la musica ne ha spesso dato testimonianza. Se Vasco Rossi in Lunedì afferma «Odio quel giorno lì», le Bangles di Manic Monday lamentano «un altro frenetico lunedì» e sono categorici i Boomtown Rats di Bob Geldof in I Don't Like Mondays, non mi piacciono i lunedì.
La statistica conferma: secondo un sondaggio condotto in Australia ben tre Millennials su quattro temono il rientro al lavoro dopo le festività. Un dato che cala con l'aumentare dell'età: dal 74% nella fascia 18-24 cade al 51% tra i 45 e i 54 anni. Fatto che Michael Leiter della Deakin University spiega con i ruoli più subalterni e faticosi ricoperti in genere dai più giovani.
«Inizia l'anno, si rientra in ufficio e le vacanze di Natale sono oramai un ricordo dice Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia . Il lavoro arretrato si ripresenta, e iniziate a darvi la colpa di essere in ritardo per aver sprecato il vostro tempo». Non solo: «Se in vacanza avete assaporato la libertà di fare cose per voi stessi e la vostra famiglia, ora temete che tutto rientrerà, come prima di staccare, nel gorgo dei soliti comportamenti».
Eppure basterebbero semplici accorgimenti per alleviare il peso del rientro non solo oggi, ma tutti i lunedì lavorativi dell'anno. Quando «anche se non ci rendiamo conto, siamo vittime del processo che il nostro cervello vive ogni domenica sera quando deve elaborare il lutto della fine del week end e iniziare la settimana» spiega Osnaghi.
Dunque, prima di tutto evitate di rimuginare sul rientro: stimolereste solo tristezza e insoddisfazione. Prendetevi del tempo per voi stessi, fino a 30 minuti al giorno, praticando un'attività per voi piacevole. Vietatissimo pranzare di corsa: le pause, anche per un caffè, vanno assaporate da seduti e in modalità relax: vi riporteranno all'atmosfera delle feste.
Il «Blue Monday» è anche e soprattutto un momento per riflettere sui motivi della propria insoddisfazione lavorativa, focalizzandosi sugli obiettivi che si vuole raggiungere, sulle proprie potenzialità e su come sfruttarle al meglio. Ciò significa anche imparare a dire no a ciò che viviamo come ingiustizia. Non serve alzare la voce: basta stabilire le proprie esigenze con fermezza.
Un consiglio poi per il prossimo weekend: nel fine settimana è importante «staccare» sul serio dal lavoro ritrovando il gusto di stare con amici e famiglia. Evitate di viverlo come fosse tempo «rubato» ai propri doveri. Il consiglio finale insomma è quello di pensare positivo. In fondo, riuscire proprio nel giorno che, sulla carta, dovrebbe essere il più triste dell'anno a essere felici sarà decisamente una grande soddisfazione.