Estratto dell'articolo di Anna Zafesova per “La Stampa”
Evgeny Prigozhin in divisa militare
«Se non veniamo aiutati qui finisce in c... a tutti». Evgeny Prigozhin, il fondatore del gruppo Wagner, ormai non ha remore nel presentarsi come l'unico in grado di conquistare per il Cremlino la «fortezza Bakhmut», e nell'accusare gli stessi militari russi di remargli contro.
Vladimir Putin vuole questa città, ormai quasi rasa al suolo dalla sua artiglieria, come primo trofeo da mostrare ai russi dopo più di sette mesi in cui non è riuscito a far avanzare bandierine sulla mappa dei combattimenti. E di conseguenza, Bakhmut diventa il premio che si contendono i due eserciti di Putin, quello «pubblico», ufficiale, che risponde al ministero della Difesa, e quello privato, il gruppo Wagner di Evgeny Prigozhin [...]
il video di evgeny prigozhin da bakhmut 6
Ieri ha accusato di nuovo il ministero della Difesa di non consegnare ai suoi uomini le munizioni richieste. Ha sostenuto che «tutti i documenti erano stati firmati», ma i suoi mercenari sono stati costretti a ingaggiare dei combattimenti corpo a corpo con le truppe ucraine, utilizzando come armi le vanghe. «Stiamo ancora cercando di capire se è semplice burocrazia o tradimento», ha aggiunto minacciosamente [...]
Il capo di Wagner aveva rivendicato il merito esclusivo di aver preso Soledar, e proclamato diverse volte la caduta imminente di Bakhmut (ieri invece è stato molto più prudente, ammettendo che «l'accerchiamento della città non è ancora concluso e potrebbe non esserlo mai»). Il risultato di questa campagna di autopromozione molto aggressiva è stato il boicottaggio dei Wagner da parte dei militari.
Secondo alcuni esperti militari russi, Prigozhin è finito nella trappola delle sue stesse ambizioni: i generali hanno mandato i suoi mercenari all'attacco per dissanguare i ranghi dell'«orchestra», inclusi i circa 40 mila detenuti che il «cuoco di Putin» ha avuto il permesso di arruolare dalle carceri con la promessa della grazia (prerogativa del presidente) ai sopravvissuti dopo sei mesi.
Ma resta anche il dubbio che gli spietati Wagner siano stati molto più efficienti delle truppe regolari, seppure a prezzo di perdite terribili: la Cnn ieri parlava di un rapporto di 5 caduti russi per ogni ucraino.
Ora è il ministero della Difesa ad arruolare i detenuti, e Prigozhin si rende conto di stare sfidando il sistema, e rilancia con l'accusa che i generali preferiscono perdere Bakhmut pur di distruggere i Wagner. Una denuncia che chiaramente è diretta verso il Cremlino, che però potrebbe non gradire più un personaggio che sta sconfinando pesantemente in territori proibiti.
[…] La brutale aggressività di Prigozhin piace a molti russi delusi dalla noia corrotta dell'establishment putiniano, e un comandante che dice pane al pane mentre divide il pane con i suoi soldati – a differenza di Putin che sempre più spesso appare anche alle cerimonie in remoto, un ologramma su uno schermo. Prigozhin si sporca le mani, dice parolacce, paga i funerali ai suoi soldati-detenuti e si propone come un «uomo d'onore», forte dei suoi trascorsi criminali che lo rendono molto più credibile agli occhi dei suoi mercenari rispetto al presidente, che spesso si atteggia a «duro», ma in fondo si è laureato in legge all'università di Pietroburgo.
il video di evgeny prigozhin da bakhmut 6 il video di evgeny prigozhin da bakhmut 5 il video di evgeny prigozhin da bakhmut 4 il video di evgeny prigozhin da bakhmut 1 MERCENARI WAGNER A BAKHMUT