PENSATE CHE I VINI PIÙ BUONI DEL MONDO SIANO FRANCESI E ITALIANI? NON PIÙ! NELL'ERA TRUMP FRA I DIECI PIÙ BUONI DEL MONDO 6 SONO AMERICANI E LO DICE UNA RIVISTA AMERICANA: ''WINE SPECTATOR'' - AL QUINTO POSTO SI PIAZZA UN GRANDE VINO ITALIANO: BARBARESCO ASILI RISERVA 2011 CANTINA DEI PRODUTTORI DEL BARBARESCO, OVVERO LA CANTINA SOCIALE. E ALL'OTTAVO POSTO ANCHE TIGNANELLO

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Cristiana Lauro per Dagospia

Cabernet Sauvignon 2013 Lewis. (California) shelf Cabernet Sauvignon 2013 Lewis. (California) shelf

 

Si chiama Lewis ed è stato prodotto in Napa Valley nel 2014 il vino più buono del mondo secondo Wine Spectator, la rivista americana che ha sempre avuto un'altissima opinione dei vini prodotti a casa sua, ma mai come stavolta che ne ha infilati addirittura cinque nella top ten mondiale. E aspettiamo il 5 dicembre per la Top 100, chissà quanti altri vini californiani mancano ancora all'appello. Francamente che fra i migliori dieci vini del mondo ce ne siano sei prodotti da quelle parti fa ridere i polli, a parte il fatto che non vedo l'ora di perdermeli tutti e sei.

 

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Come ogni anno il mondo del vino ha seguito nervosamente la pubblicazione della "Top 100" di Wine Spectator, la rivista americana più nota e accreditata a livello internazionale che per aumentare lo stress da trepidante attesa sceglie di comunicare i primi 10 vini classificati in comode rate: una settimana di brodo allungato. Wine Spectator è la testata che sposta maggiormente i mercati di settore e il piazzamento nella top ten può cambiare la vita di un'azienda. Da domani alcuni produttori di vino avranno le linee intasate.

 

Successe a Casanova di Neri quando col Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2001 si classificò al primo posto. Da allora il brand ebbe una prospera spinta in avanti nei mercati internazionali. Sì, perché se qua in Italia consumiamo sempre meno vino a favore di distillati non di rado scadenti, nel frattempo ci sono bottiglie come Solaia, Tignanello, Masseto, Monfortino e molti altri, che altrove sono riconosciute fra le migliori al mondo. Con quotazioni che negli ultimi anni hanno incuriosito i mercati finanziari attraverso vari fondi di investimento.

 

vino vino

I primi nove vini della top ten sono stati sgranati nei giorni scorsi uno ad uno, a mo' di rosario come l'Ave Maria. Ma finalmente abbiamo appena visto la vetta, and the winner is: un vino della Napa Valley, un vino americano. Effetti del trumpismo.

 

C'è però un notizia più confortante, vivaddio: al quinto posto, primo fra gli italiani, si è sistemato, a buon diritto, il Barbaresco Asili ris. 2011 della Cantina Produttori del Barbaresco. Un grande vino prodotto da una cooperativa.

vino rosso vino rosso

 

La Cantina Produttori del Barbaresco - che merita un plauso per il rapporto qualità-prezzo corretto su tutta la gamma di vini che produce - ha 54 soci conferitori di uve con 110 ettari complessivi vitati esclusivamente a Nebbiolo di Barbaresco. Non esistono altri vitigni.

 

È insolito che l'americana Wine Spectator che premia i 100 vini più exciting distribuiti negli States inserisca al quinto posto - e primo vino italiano - questa riserva di Barbaresco. Non è un vino in linea col palato collettivo di quella rivista.

 

In Asili il vitigno è in purezza, elegante, equilibrato senza l'oltraggio della barrique ad ammorbidire i tannini - a spese della piacevolezza del frutto - con sentori di vaniglia, caffè tostato e altri elementi che, in questo caso, andrebbero a coprire l'eleganza sottile del Nebbiolo di Barbaresco. Anche se devo rilevare che i miei ultimi assaggi di vini californiani, dell'Oregon e di Sonoma Valley, hanno avvertito un cambiamento di stile che prendeva sensibilmente le distanze dai fastidiosi eccessi di sentore di legno degli anni passati. Ma da qui alla beatificazione ce ne corre.

 

cristiana lauro elena borga cristiana lauro elena borga

Luca Cravanzola, socio produttore che si occupa anche del marketing e della promozione della cantina cooperativa piemontese, mi ha risposto: "Questo riconoscimento è il frutto di un seme messo a dimora 58 anni fa, quando 19 giovani contadini, presi per pazzi dal resto del paese, decisero di valorizzare le colline del Barbaresco.

 

Rimasero qui, in queste terre oggi patrimonio dell’Unesco, anziché cedere alla più facile tentazione della vita di città e del lavoro in fabbrica che in quel periodo era il vero e proprio sogno di riscatto. E, contro ogni previsione, il riscatto è avvenuto proprio qui, su queste colline. Questo riconoscimento di Wine Spectator, va ben oltre il singolo vino. È un premio alla cooperazione virtuosa che può e deve fare la differenza".

VINO VINO

 

 

I primi 10 al mondo della Top 100 Wine Spectator edizione 2016

 

  1) Cabernet Sauvignon 2013 Lewis. (California)

  2) Domaine Serene chardonnay Dundee Hills Evenstad, Riserva 2014 (Oregon)

  3) Beaux Frères Pinot noir, Ribbon Ridge. 2014. The Beaux Frères vineyard (Oregon)

  4) Chateau Climens Barsac 2013 (Francia)

  5) Barbaresco Asili, ris. 2011. Cantina Produttori del Barbaresco (Italia)

  6) Machete 2014. Orin Swift (California)

  7) Monte Bello 2012, Ridge Vineyards. (California)

  8) Tignanello 2013. Antinori (Italia)

  9) Pessac-Léognan Blanc 2013. Château Smith Haut Lafitte (Francia)

10) Old Wine Zinfandel Russian River Valley 2014 di Hartford Family (California)

 

 

(Il 5 dicembre uscirà l'intera "Top 100" 2016)

 

 

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