Estratto dell'articolo di Cesare Giuzzi per il “Corriere della Sera”
accoltellamenti stazione centrale milano 1
Grazia P . lo vede arrivare «barcollando». Ai piedi ha una sola scarpa, l’altra la tiene in mano. La ragazza sta camminando in viale Brianza istintivamente cerca di cambiare marciapiedi «per evitare ogni tipo di contatto». È in quel momento che quel ragazzo «in evidente stato confusionale» si avventa su di lei.
Quando la polizia lo ferma non ha documenti. […] Nelle tasche gli trovano tre smartphone, il portadocumenti rubato a Grazia P. e al suo fidanzato, cinque banconote da 50 euro e un paio d’occhiali da donna. Tutti oggetti rubati durante le cinque rapine, niente altro. Al polso sinistro ha un braccialetto da ospedale. È sgualcito, sporco di sangue. Riporta a un ricovero di un mese prima: il 6 febbraio. Anche quel giorno era stato fermato dalla polizia «in stato di alterazione» e senza documenti addosso.
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La storia di Abrahman Rhasi, 23 anni, marocchino, l’accoltellatore di viale Brianza parte da qui. Dalle 22.32 di lunedì 6 febbraio quando gli agenti della polizia ferroviaria lo accompagnano in ospedale dopo averlo fermato sul regionale Lodi-Saronno.
È il capotreno a chiamare la polizia. Sono le 19.30 e il convoglio ha appena lasciato la stazione di Porta Vittoria. Rhasi «in evidente stato di alterazione fisica» urla e aggredisce alcuni ragazzini. I poliziotti lo fermano alla stazione successiva, Rogoredo. Ha una mano che sanguina.
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Lo fanno scendere e lo portano in ufficio, al binario 1. Barcolla. In tasca gli trovano un telefonino, ma non è il suo. Pochi minuti e si scopre che è stato scippato mezz’ora prima a un uomo di 37 anni. Era su un bus della linea 90, quella che corre lungo la circonvallazione, racconta d’essere stato avvicinato da un ragazzo nordafricano che gli ha strappato il telefono di mano. La polfer chiama il pm di turno Stefano Ammendola che dispone il fermo per le procedure di identificazione.
Rhasi in ufficio non si regge in piedi, si sente male. I poliziotti fanno intervenire un’ambulanza che lo porta al Policlinico di San Donato. «Dopo le prime cure riprendeva conoscenza e iniziava ad andare in escandescenza cercando di colpire gli agenti e il personale medico intervenuto». I sanitari non riescono a contenerlo, gli agenti devono ammanettarlo e i medici sedarlo.
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[…] Poi il giorno successivo, dopo essere stato piantonato per tutta la notte, Rhasi viene dimesso e denunciato a piede libero per furto con strappo. Dagli archivi della polizia spunta un precedente fotosegnalamento in Germania, a Bochum vicino a Dortmund: «lo straniero è risultato fotosegnalato il 28 luglio 2022 come “richiedente protezione internazionale”». Di fatto è un richiedente asilo e non può essere espulso, anche se ha presentato domanda in Germania.
Nessuno sa dove dorma, né da quanto tempo sia in Italia. Controlli più approfonditi fanno ipotizzare oggi che Rhasi sia a Milano almeno da cinque o sei mesi. Negli archivi ci sono tracce di altri controlli in strada, l’ultimo di cinque giorni fa da parte degli agenti di un commissariato. […]
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Ora le indagini dell’Ufficio prevenzione generale della questura, diretto da Giuseppe Schettino e Gianluca Cardile, dovranno chiarire se ci siano stati altri episodi di aggressioni o rapine in questi mesi. «Una vita randagia spostandosi nei quartieri», dice un investigatore. Ogni volta che è stato fermato per un controllo Rhasi era solo e «visibilmente alterato» da alcol o droghe. Ma c’è il sospetto che possa soffrire di turbe psichiche.
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