DAL PIATTO STELLATO A QUELLO SBALLATO - VALERIO BRASCHI, IL GIOVANE CUOCO CHE HA VINTO LA SESTA EDIZIONE DI MASTERCHEF E ORA CHEF EXECUTIVE DEL RISTORANTE 1978 DI ROMA, HA INVENTATO UNA “PIZZA IN POLVERE” CHE SEMBRA UNA BUSTINA DI DROGA CON TANTO DI SACCHETTO COMMESTIBILE – GLI UTENTI SUI SOCIAL SI DIVIDONO, TRA CHI SI È ENTUSIASMATO E CHI INVECE TUONA CONTRO LA "BLASFEMIA" – NON È LA PRIMA TROVATA DEL CLASSE 1997 DALLA LASAGNA DA SPREMERE IN UN TUBETTO, COME SE FOSSE DENTIFRICIO, FINO ALLA CARBONARA DISTILLATA…

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Cristiano Sanna Martini per foodculture.tiscali.it 

VALERIO BRASCHI VALERIO BRASCHI

 

La cucina è fatta anche di sorprese, provocazioni e "strappi" rispetto alla tradizione e a solito "si fa così". Lo sappiamo. Specie se si sale di livello e le reinvenzioni dello chef diventano parte integrante di quel che si assaggia e si pesa prima con lo sguardo. Parliamo di pizza, e qui su FoodCulture abbiamo già approfondito l'assurda polemica che si è scatenata sulla margherita firmata Cracco che si può gustare (a prezzo non certo popolare) in Galleria presso il Duomo a Milano.

 

Così come abbiamo parlato di come durante il recente World Pizza Day gli Usa abbiano tentato di intestarsi l'invenzione dello street food più famoso del mondo, ora sempre più gourmet. Eccoci all'ultima trovata in tema di provocazioni: la pizza in polevere e bustina del vincitore di Masterchef, Valerio Braschi. Apriti cielo.

valerio braschi pizza in bustina valerio braschi pizza in bustina

 

MANGI TUTTO, PURE LA BUSTA

Valerio Braschi, classe 1997, ha vinto la sesta edizione di Masterchef dove si era già segnalato per le trovate "osé" dal punto di vista gastronomico, e per la personalità. Prima alla corte di Bruno Barbieri per un breve periodo, poi ambasciatore mondiale del cibo italiano in missione a Nuova Delhi, l'anno prima che ci andasse Carlo Cracco, ora chef executive del Ristorante 1978 di Roma, piccolo e raccolto, dove da libero sfogo alla sua creatività. 

 

Alcune sue trovate avevano già suscitato un grande dibattito: dalla lasagna da spremere da un tubetto, come se fosse dentifricio o crema alimentare, fino alla carbonara da bere. Un bicchierino con zabaione, guanciale, pepe nero, pecorino. Ora tocca alla sua versione della pizza alla marinara. Tre polveri con gli ingredienti e i relativi gusti, dentro una bustina. Tutto commestibile, anche la confezione che sta nel palmo di una mano.

 

valerio braschi carbonara distillata valerio braschi carbonara distillata

"VI PIACE LA PIZZA?"

Provatoria anche la didascalia della pizza polverizzata di Braschi, che chiede al pubblico se amano questo piatto, qui ridotto a bustina manco fosse una spezia, del tabacco, e con rimandi birichini e spiritosi ad altri tipi di pushing. Qui di stupefacente c'è solo la disinvoltura dello chef stellato nel "violare" l'estetica della pizza. Niente rotondità, niente ingredienti spettacolari a colorare e arricchire la pasta. 

 

Bustina commestibile e dentro gli ingredienti: pomodoro e origano. Presentati così, come a dire: altro che droga, questa pizza è un vero sballo, fattela. Sui social e sul Web ci si è divisi fra chi si è entusiasmato di fronte all'invenzione, curioso di assaggiarla, e chi invece tuona contro lo chef blasfemo. 

 

VALERIO BRASCHI VALERIO BRASCHI

Un po' come tuonava contro gli chef del ristorante stellato pugliese Bros una celebre food blogger americana, inorridita all'idea di dover consumare alla fine di un pasto vissuto come una tortura ("il peggiore del mondo") un dessert dal nome Limoniamo. Schiuma limonosa che esce a mo' di bava da un piatto da portata che è il profilo gommoso di una bocca semiaperta. Altro giro, altra corsa nello "scandalo". Che è quello che vogliono certi chef.

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