L'aggressore della giovane coppia gay picchiata lo scorso 26 febbraio alla stazione metro di Valle Aurelia, a Roma, è stato individuato: si tratta di un 31enne romano che si divide tra Anguillara (in provincia di Roma), dove vive con i genitori, e Jesolo, dove lavora, e che è stato incastrato da un altro episodio avvenuto a Venezia. La vicenda, nei giorni scorsi, ha fatto molto scalpore in tutta Italia.
Le indagini sull'aggressione alla coppia gay
Le indagini erano partite il 3 marzo scorso, dopo la denuncia da parte delle vittime. La polizia della Capitale aveva subito acquisito le immagini delle telecamere presenti nella stazione ma la svolta è arrivata nei giorni scorsi, grazie al video registrato da un amico delle vittime, messo online il 20 marzo dall'associazione Gaynet Roma e successivamente ripreso e diffuso da vari social e media nazionali.
Vedendo quelle immagini, infatti, gli agenti della Polaria di Venezia hanno riconosciuto il violento perché lo avevano identificato proprio quel giorno, il 26 febbraio, poche ore prima dell'aggressione: lo avevano bloccato all'aeroporto di Tessera dopo che lui aveva litigato con una donna.
Quel giorno, a causa del litigio, il 31enne ha perso l'areo che avrebbe dovuto prendere per recarsi da Venezia a Roma e così ha deciso di ripiegare sul treno. Alle 17.05 si trovava alla stazione ferroviaria di Mestre e lì è stato di nuovo controllato, stavolta dagli agenti della Polfer.
Dopodiché ha preso il treno ed è arrivato a Roma Termini poco dopo le 21, quindi è salito in metro raggiungendo la fermata Valle Aurelia. La stessa dove, poco prima delle 22, c'è stata l'aggressione alla coppia. Da lì, salito su un altro treno, si è diretto ad Anguillara.
Rintracciato a Jesolo
Gli investigatori ieri sera sono andati a casa sua, ad Anguillara, scoprendo dai genitori che l'uomo era ripartito. A quel punto tramite la localizzazione del cellulare lo hanno rintracciato a Jesolo e hanno chiesto la collaborazione dei colleghi del commissariato locale, che hanno bloccato il 31enne mentre era in giro per il paese.
L'aggressore è stato riconosciuto anche dalle due vittime: Jean Pierre Moreno, 24 anni, attivista Lgbtq fuggito dal Nicaragua proprio per le minacce e le discriminazioni di cui è stato vittima nel suo Paese, e Alfredo Zenobio, 28 anni, amico e da qualche settimana compagno.
Sono stati proprio loro a raccontare di essere stati presi di mira da un uomo che, vedendoli scambiarsi un bacio alla stazione di Valle Aurelia, ha attraversato i binari e, saltando da una banchina all’altra, li ha aggrediti prima a parole e poi con calci e pugni.
I ragazzi hanno provato a parare i colpi, poi si sono rivolti all'ospedale, dove sono stati medicati e refertati con prognosi lievi. La violenza dell’uomo, però, avrebbe potuto causare danni più gravi, e il reato che si profila adesso è quello di lesioni aggravate.
Dopo calci e pugni il lancio di sassi
«Le conseguenze fisiche non sono state fortunatamente pesanti perché i ragazzi hanno reagito, ma è stato un caso fortuito - conferma Valentina Ciaramella, l'avvocatessa che segue il caso di Jean Pierre e Alfredo tramite la Rete Lenford -. Il video a un certo punto si interrompe, ma l'aggressione è continuata. L'uomo ha riattraversato la banchina, e dall'altro lato ha iniziato a tirare pietre addosso ai ragazzi. Poi è arrivato il treno, loro sono saliti per allontanarsi e lui è riuscito a salire sullo stesso treno, pur in un altro vagone. I ragazzi hanno dato l'allarme, ma alla stazione successiva l'aggressore si era ormai dileguato».
La scena è stata ripresa quasi integralmente da un amico della coppia, immagini che insieme con le videocamere di sorveglianza della metro documentano una violenza scoppiata all’improvviso e chiaramente di matrice omofoba che ha scatenato il dibattito anche a livello politico.
Soprattutto nei giorni in cui si discute dell'attesa approvazione in Senato della cosiddetta “Legge Zan”, il ddl proposto dal senatore dem Alessandro Zan finalizzato proprio alla lotta contro l'omotransfobia.
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