Alessandro Fulloni per il “Corriere della Sera”
Dentro a quella «gabbia» d'acciaio dalla superficie di una cinquantina di metri quadrati tutto, o quasi, è consentito. Licenza di fare male: pugni, calci, prese da lotta libera. Poi però, terminati i violentissimi «round» (al massimo cinque, per una durata di cinque minuti ciascuno) succede che i due combattenti - anzi, meglio: i due fighters - si abbraccino, si stringano la mano.
E che scendano da quello strano e fantascientifico ring (cage, in inglese, tutto reti metalliche e imbottiture) chiacchierando come fossero vecchi amici. Stiamo parlando degli incontri di «Mma» (acronimo della sigla inglese Mixed martial arts), ovvero le arti marziali miste. Una tecnica di combattimento sempre più di moda e sempre più praticata - indifferentemente da uomini e donne - nelle palestre di tutto il mondo, comprese quelle italiane.
Da Milano a Roma, dal Veneto alla Sicilia, gli iscritti aumentano, sempre più pratici di vocaboli tipo «grappling» (la lotta a terra e la sottomissione dell' avversario) e «striking» (i colpi ripetuti portati con le tecniche delle arti marziali). «Un mondo di amatori con proporzioni che stanno diventando gigantesche, sviluppandosi anche sui social con video, siti e un glossario con vocaboli inediti, che mescolano inglese, brasiliano, russo e lingue orientali, i luoghi in cui è nata la Mma» racconta Patrizia Marin, manager del settore marketing.
Da due anni è diventata titolare della «Magnum Fc, «promotion» (la società) che organizza le sfide più importanti d'Italia - il prossimo raduno è previsto a giugno a Rimini, per la fiera del wellness che da tutto il mondo richiama in Romagna i patiti della forma fisica - e che tra breve inaugurerà una palestra, la Magnum Fitness beach, anche a Dubai, «dove hanno la residenza alcuni dei fighters più pagati» racconta la manager.
Che è diventata organizzatrice di combattimenti Mma «per caso: da ragazzina, a San Bonifacio, nel Veronese dove sono cresciuta, anziché giocare con le bambole, scelsi di praticare il kung fu. Dopo 28 anni mi è capitato di incontrare il mio maestro di allora, Max Baggio che nel frattempo era diventato istruttore di Mma. Ci siamo detti... perché non provare?».
Attorno al Mma «il business è in crescita esponenziale sotto ogni punto di vista - racconta ancora Marin - e i fighters sono star contese come e più dei wrestler». Non mancano gli italiani. La promessa è l'italiano Carlo Pedersoli, 24 anni, «nipote d'arte»: nel senso che il nonno era Bud Spencer, non solo star del cinema ma anche azzurro, da giovane, nel nuoto. Pedersoli jr - otto vittorie e un pareggio su nove incontri - per ora combatte in Italia ma il suo futuro, prevedono in molti, sarà negli Usa.
Dove le borse sono altissime: ad agosto a Las Vegas, l'irlandese Conor McGregor, il più celebre dei fighters e il pugile Floyd Mayweather - leggenda della boxe nella categoria dei medi - hanno preso rispettivamente 100 e 200 milioni di dollari in un confronto sul ring con le canoniche regole della boxe vinto dal pugile alla decima ripresa.
FLOYD MAYWEATHER SCHIANTA CONOR MCGREGOR
McGregor ha chiesto la rivincita. Difficile però dopo la follia compiuta l'altra notte a New York: ha aggredito il bus dei rivali e poi i poliziotti, dopo la presentazione degli «Ultimate Fighting Championship», combattimenti attesissimi. McGregor si è imbizzarrito dopo aver saputo che la Ufc (una lega «pro») gli ha tolto il titolo di campione del mondo dei medi perché non sale sul «cage» da due anni. Lui ha reagito picchiando gli agenti, che lo hanno arrestato.
FLOYD MAYWEATHER SCHIANTA CONOR MCGREGOR