LIANA MILELLA per la Repubblica
Solo un «errore materiale», dice via Arenula. Macché, ribattono i 5stelle, «una repentina marcia indietro rispetto a una norma che ci vedeva favorevoli». Sulla prescrizione della Guardasigilli Marta Cartabia scoppia un nuovo attrito. In un venerdì in cui i "professoroni" arrivano a Montecitorio per giudicare la riforma, un comma di 5 righe rinfocola lo scontro.
Riguarda la famosa ex Cirielli di berlusconiana memoria. Succede questo: alla Camera, in commissione Giustizia, mercoledì arriva la riforma del processo penale. L'articolo 14, sulla prescrizione, contiene un comma che piace ai 5stelle. Lo aveva già proposto l'ex presidente della Consulta Giorgio Lattanzi e loro erano d'accordo. Prevede che la durata sia pari al massimo della pena più la metà. La ex Cirielli aggiungeva solo un quarto. Ma ecco la sorpresa.
Ieri mattina giunge da via Arenula un altro testo, con la firma digitale di Cartabia. La ex Cirielli resta com' è. E le righe spariscono sostituite da altro. M5S s' insospettisce e s' arrabbia. Anche perché gli emendamenti di Cartabia erano già stampati e pronti per essere subemendati. È mezzogiorno, e gli animi si scaldano. A ridosso delle 19 una netta precisazione del ministero della Giustizia. Nessuna marcia indietro sulla prescrizione, ma solo un «errore materiale». Già chiarito con palazzo Chigi.
Cosa sarebbe accaduto? Via Arenula ha inviato a Chigi un testo sbagliato della riforma rispetto a quello discusso in consiglio dei ministri. Un testo con la modifica della legge Cirielli che non figurava tra gli emendamenti ufficiali. Chigi ha passato il testo alla Ragioneria che lo ha "bollinato". Passato di nuovo alla Giustizia è stato girato alla commissione della Camera presieduta da Mario Perantoni di M5S. L'articolo 14, quello sulla prescrizione, rappresenta il focus del testo. Il M5S lo legge e lo approva. Ieri mattina la doccia fredda. Ieri sera la «netta incredulità» rispetto alla precisazione. M5S non crede che un simile errore sia stato possibile proprio sull'articolo più importante di tutto il testo. Anche questo finirà sul tavolo di Draghi e Conte quando lunedì si incontreranno.
Le audizioni confermano i pro e i contro sulla riforma, anche a sorpresa. L'avvocato Franco Coppi, che sembrava contrario, rettifica il tiro. «La soluzione Cartabia mi pare una dolorosa necessità». Il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia boccia la riforma perché «più che accelerare il processo, lo elimina». Ma l'ex procuratore di Torino Armando Spataro è «favorevole all'improcedibilità » perché «già oggi una larghissima maggioranza delle corti di Appello riescono a chiudere i processi in quei tempi». Certo, magari «un'amnistia per i reati minori sarebbe realistica».
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