Flavia Amabile per “la Stampa”
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C'è già il primo decreto che assegna a una bambina il cognome della madre nonostante il parere contrario del padre. È una decisione presa dal tribunale di Pesaro, il primo in Italia a adottarla applicando la sentenza della Corte Costituzionale di 24 ore prima ma senza nemmeno aver letto la sentenza, sulla base del semplice comunicato stampa che annuncia la decisione presa dai giudici.
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La bambina avrà il cognome della madre registrato accanto a quello del padre nello stato civile del Comune in provincia di Pesaro in cui risiede. Il tribunale ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Andrea Nobili e Bernardo Becci di Ancona, per conto della madre che non è sposata con il padre della figlia e vivono separati. La bambina vive però con la madre e proprio perché è quello materno il nucleo di prevalenza a cui fa riferimento la bambina, la madre aveva presentato la richiesta del doppio cognome.
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Il padre si era opposto e quindi la decisione è passata al tribunale di Pesaro che ha lasciato passare solo poche ore dall'annuncio della sentenza. Due giorni fa ha emesso il provvedimento e ieri lo ha pubblicato stabilendo l'aggiunta del cognome della madre e citando espressamente il comunicato della Corte Costituzionale, in quanto riconosce «il pieno diritto di attribuire al figlio il cognome materno anche in assenza dell'accordo o del consenso del padre». II tribunale di Pesaro ha anche ordinato all'Ufficiale di stato civile del Comune di residenza della minorenne la modifica dell'atto di nascita.
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«Sono contenta - il primo commento della madre, riferito dall'avvocato Nobili -, non si tratta di un riconoscimento di un diritto per me, ma del riconoscimento di un diritto per mia figlia». Anche il legale, che è stato Garante regionale dei diritti delle Marche dal 2015 al 2020, parla di una pronuncia importante da parte del tribunale di Pesaro, «il primo intervento dopo le recentissime indicazioni della Corte Costituzionale. È stati applicato un principio secondo il quale in caso di disaccordo tra genitori può essere riconosciuto il cognome materno al figlio minorenne».
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Secondo Nobili, la madre, che vive con la bambina dopo la separazione dal padre, «era impegnata da tempo a inseguire questo riconoscimento. Si tratta di un diritto della minore, in gioco c'è un principio legato all'identità personale della ragazzina». Significativa anche la disposizione sull'«immediata trascrizione» del doppio cognome all'anagrafe. Un riconoscimento, insiste Nobili, che «va nella giusta direzione, anche rispetto a principi che evitino un trattamento discriminatorio nei confronti delle donne».
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E il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, parla di «una sentenza storica e un passo in avanti verso la pari dignità dei ruoli». «I Comuni - aggiunge il sindaco, che è anche presidente di Ali-Autonomie Locali Italiane - faranno quanto in loro dovere per agevolare le pratiche ma spetta al Parlamento fare una legge. La società civile e anche i magistrati sono un passo avanti e in sintonia con il Paese reale». La questione, però, non è chiusa del tutto. Il padre ha ancora la possibilità di presentare ricorso.
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