Enrico Franceschini per “la Repubblica”
A dieci giorni dalle elezioni, i servizi segreti britannici aprono un'indagine su se stessi. L'Mi5, l'agenzia di controspionaggio e antiterrorismo britannica, avvia un' inchiesta interna sul perché non ha reagito ad almeno tre segnalazioni sulla pericolosità di Salman Abedi, l'autore della strage di Manchester. L'intelligence ha reso noto che esaminerà come mai il giovane di origine libica non è stato messo sotto stretto controllo o addirittura arrestato, chi sono i responsabili degli errori e in che modo migliorare la supervisione dei servizi di sicurezza da parte del governo.
Intanto la caccia ai complici del kamikaze si allarga a tutto il paese: ieri la polizia ha arrestato nel Sussex un giovane libico di 23 anni che, riferisce il Daily Telegraph, secondo i vicini di casa si «addestrava nell' aeroporto civile di Shoreham per diventare un pilota ». Circostanza che evoca i fantasmi dell' attacco alle Torri Gemelle dell' 11 settembre 2001, aprendo nuovi, spaventosi scenari.
Le spie, e indirettamente i loro controllori politici, finiscono così sul banco degli imputati per l' attentato della settimana scorsa, mettendo sempre di più il terrorismo al centro della campagna elettorale. Theresa May ne è stata chiamata a rispondere ieri sera nel "dibattito" televisivo con Jeremy Corbyn.
SALMAN ABEDI ATTENTATORE DI MANCHESTER
Non un vero faccia a faccia: la premier conservatrice si è rifiutata di affrontare il leader laburista in un duello diretto: ufficialmente perché sostiene di averci dialogato già abbastanza nel "question time", il botta e risposta settimanale alla camera dei Comuni, probabilmente per non dargli un piedistallo alla pari e ora forse anche per paura di precipitare ulteriormente nei sondaggi, visto che nell' ultimo mese il suo vantaggio su Corbyn si è ridotto da 20 a 7 punti percentuali.
All' improvviso i Tories sembrano avere paura di perdere il voto dell' 8 giugno, dopo averlo indetto nella convinzione di stravincerlo. A fare domande ai due leader, uno dopo l' altro negli studi della rete tivù Sky, ci hanno pensato un campione di elettori e il più aggressivo giornalista del video, Jeremy Paxman.
Fonti governative avevano già ammesso che l'intelligence conosceva Abedi. Le segnalazioni nei suoi confronti sarebbero arrivate da parte di compagni di studi e dall' imam della moschea di Manchester frequentata da Abedi, con il quale il ragazzo era entrato in conflitto: lo accusava di predicare contro l'estremismo.
La notizia di un' inchiesta interna sembra confermare che l' intelligence ha responsabilità in relazione all' attacco di Manchester, sebbene la ministra degli Interni britannica Amber Rudd difenda l' operato delle forze di sicurezza. Un'altra rivelazione sostiene che Abedi, a 16 anni, aveva combattuto contro il regime del colonnello Gheddafi in Libia insieme a suo padre, militante di un gruppo radicale islamista, ora arrestato dai servizi segreti libici insieme a un fratello minore del kamikaze.