Irene Famà per “La Stampa”
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Due ore da Torino Nord al centro città. La figlia della signora Silvia Bedino ha percorso cinque chilometri, sarebbe arrivata in Liguria. «È partita alle 18,45 dall'ospedale San Giovanni Bosco. È tirocinante lì. A casa è arrivata alle 20,45. Follia». Per non parlare di Alessia Catalano. Insegnante, lavora alla scuola media di Poirino, a un passo dal crocevia astigiano e cuneese, vive a Chieri, città storica alle spalle di Torino.
Undici chilometri e mezzo. «Sono partita alle 14». Alle 21 è ancora in auto, ma, dice, «almeno ho raggiunto il mio comune». La prende con filosofia. Meglio non pensare che in sette ore sarebbe arrivata in Toscana in tempo per la cena.
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Cinque centimetri di neve mandano in tilt Torino. Provincia compresa. E pensare che a ridosso ci sono le montagne. «Mica come da me in Puglia», dice una signora al bar, che ha paura di cadere e di camminare in queste condizioni proprio non ne vuole sapere. Lo pensano un po' tutti mentre cercano di districarsi nel traffico. Inutilmente, perché le code sono in ogni dove. Raggiungere l'aeroporto? Impossibile. Tornare a casa? Servono nervi saldi e tanta pazienza.
Attraversare la città? Il viaggio della speranza. Scendere le scale della metropolitana? Mani strette al mancorrente perché si scivola. E non poco. Per non parlare della tangenziale, con uscite chiuse, auto finite fuori strada, Tir e pullman in panne. E qualcuno il tragitto ha deciso di affrontarlo a piedi. «Sennò facciamo notte». Si fa per dire? «No».
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Che il Torinese non fosse più abituato alla neve è vero. Negli ultimi tempi c'è stato giusto qualche fiocco a corredo dell'atmosfera natalizia. Per ricordare una nevicata importante bisogna tornare ai dieci centimetri del 2015. Ieri erano solo cinque. Nessuna nevicata record, quindi, nessun evento straordinario.
Semplicemente l'inverno, ma Torino si è fatta trovare impreparata. Eppure erano giorni che si attendeva la neve, i bollettini dell'Arpa parlavano chiaro. E pure i meteorologi. Dalla Città arrivano i dati dei mezzi spargisale e spazzaneve impiegati. Sono circa duecento, a seconda dell'esigenza. Trecento quelli messi in campo dalla Città metropolitana.
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Dal Comune assicurano: «Il sale era già stato distribuito preventivamente nelle serate e nelle nottate precedenti. Sia in pianura, sia in collina». E oggi la zona a traffico limitato in centro è sospesa. Dall'opposizione attaccano il sindaco Stefano Lo Russo e la sua giunta.
«Chiederemo conto di quanto accaduto», annuncia il centrodestra a cominciare dall'ex candidato sindaco Paolo Damilano. Foto e post a corredo: «Traffico paralizzato, le strade sono un disastro».
I torinesi si chiedono cosa, ieri, non ha funzionato. In collina, molte auto sono state lasciate ai margini della strada. Proseguire? Troppo rischioso. Sessanta, alle 20, gli interventi dei vigili del fuoco. Tra camion che non riuscivano ad affrontare salite e svincoli, tir ribaltati, macchine finite fuori strada. Un esempio tra tanti quello di un camion di traverso in corso Unità d'Italia, che a Torino è un corso strategico. Decine gli incidenti in città e provincia. E, in quel caos, anche per i soccorritori non è stata cosa facile districarsi.
E ancora. Gtt, l'azienda torinese dei trasporti, ha dovuto attivare dodici squadre che pulissero le fermate dei mezzi pubblici e spargessero il sale. Ognuno ha cercato di adottare la strategia migliore per arrivare a casa in meno di sette ore. Macchine incolonnate, mezzi pubblici, va da sé, in ritardo. Che fare? La centrale dei taxi era in tilt per le troppe chiamate. L'unica opzione per ridurre i tempi era affrontare il tragitto a piedi. Ovviamente dove possibile. Nella centralissima piazza Castello degli adolescenti giocano a palle di neve: è la magia del Natale. I loro genitori in auto, invece, l'hanno messa in pausa per diverse ore: le parolacce, con quella magia non vanno d'accordo.
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