QUALCOSA NON TORNA NEL RACCONTO DELLA RAGAZZA CHE ACCUSA CIRO GRILLO E I SUOI AMICI DI STUPRO DI GRUPPO - LA 23ENNE HA ALTERNATO RICORDI LUCIDISSIMI, PER ESEMPIO SUL NUMERO DI SCALINI SALITI, AD AMNESIE TOTALI - IL BLACK OUT CONSEGUENTE ALL’UBRIACATURA DA VODKA NON ERA STATO MENZIONATO NELLA RICOSTRUZIONE DEL 2019 - DUE GIORNI FA LA GIOVANE HA AFFERMATO DI AVER APPRESO CHE UNO DEI SUOI PRESUNTI STUPRATORI ERA IL FIGLIO DI BEPPE GRILLO SOLO IN CASERMA, MENTRE IN UNA CHAT DEL 24 LUGLIO 2019 SCRIVEVA ALTRO – LA PRESUNTA VIOLENZA SUBITA DAL “MIGLIORE AMICO” E L’AUDIO IN CUI SI LAMENTAVA: “LA SFIGA MADORNALE È IL FATTO CHE…”

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il video di ciro grillo e vittorio lauria con la ragazza che dorme 3 il video di ciro grillo e vittorio lauria con la ragazza che dorme 3

Giacomo Amadori per “la Verità” - Estratti

 

«Per Ciro Grillo si mette male eh?». Così ieri mattina un magistrato ha commentato con chi scrive l’andamento del processo al rampollo del comico-politico, accusato, insieme con tre amici, di violenza sessuale di gruppo nei confronti di due ragazze milanesi. La toga era arrivata a quella conclusione dopo aver letto la rassegna stampa di giornata.

 

Un giudizio che dimostra come la mossa dell’avvocato Giulia Bongiorno di portare in aula la presunta vittima, ribattezzata dai media «Silvia», a testimoniare in un’audizione non protetta, non sia stato un autogol come, forse un po’ superficialmente, aveva pensato anche qualche difensore, ritenendo che un controesame senza paletti avrebbe potuto far emergere in modo incontrovertibile le contraddizioni nella versione della ragazza e dato la possibilità di valutare «l’attendibilità e la credibilità della testimone».

vittorio lauria scherza con la presunta vittima di stupro vittorio lauria scherza con la presunta vittima di stupro

 

Ieri gli avvocati della difesa hanno ribadito di essere disponibili a rinunciare al controesame e di essere pronti a vedere in aula le circa sette ore di video denuncia registrate in una caserma milanese dei carabinieri nell’immediatezza dei fatti. Ma la Bongiorno, portando sui banchi di Tempio Pausania la sua assistita, le ha consentito di ricostruire le ore del presunto stupro in modo diverso rispetto a quanto riferito nel 2019.

 

Una versione «depurata» dalle contraddizioni, senza punti oscuri, che ha potuto tenere conto dei materiali trovati sui cellulari degli imputati e su quelli delle parti civili.

Un resoconto, per dirla con uno dei legali, «aggiustato» grazie a un elemento subentrato a indagini in corso, il black out conseguente all’ubriacatura da vodka che la giovane sarebbe stata costretta a ingurgitare durante la serata incriminata.

 

ciro beppe grillo ciro beppe grillo

Ma qualcosa non torna. Nel luglio del 2019, quando la studentessa ha denunciato per la prima volta la violenza di gruppo, la presunta vittima non fece riferimento al buio che avrebbe occupato la sua mente, ma anzi descrisse l’aggressione con dovizia di particolari, il racconto di uno stupro di gruppo con lei immobilizzata dal branco. Poi, quando, nel febbraio del 2020, il procuratore Gregorio Capasso, che aveva visto i video dove la ragazza aveva un ruolo attivo nell’atto sessuale, le aveva chiesto dove tenesse le mani e, allora, la teste aveva fatto riferimento per la prima volta al black out.

vittorio lauria vittorio lauria

Adesso la ventitreenne ha alternato ricordi lucidissimi, per esempio sul numero di scalini saliti, ad amnesie totali.

 

Per questo il controesame si annuncia lunghissimo e faticosissimo, con momenti di tensione perché la Bongiorno si sta opponendo a molte delle domande dei colleghi, sostenendo che la ragazza avrebbe già risposto. In realtà i quesiti tengono conto delle discrepanze tra quanto detto il 26 luglio 2019 e il 7 novembre 2023 e si basano sulla trascrizione della video denuncia di quattro anni fa.

 

Un esempio su tutti? Due giorni fa la giovane ha affermato di aver appreso che uno dei suoi presunti stupratori era il figlio di Beppe Grillo solo in caserma, mentre in una chat del 24 luglio 2019, quindi prima della sua querela, con l’amica norvegese Shaira C., sino a oggi inedita, scriveva altro.

 

Edoardo Capitta e Vittorio Lauria Edoardo Capitta e Vittorio Lauria

L’interlocutrice spiegava di non aver potuto sentire i messaggi audio di Silvia e allora questa spiegava: «Comunque, si trattava del fatto che forse avrei denunciato l’accaduto alla polizia.È semplicemente fastidioso perché queste persone conoscono il mio amico e non voglio metterlo in una brutta situazione.

 

vittorio lauria ciro grillo vittorio lauria ciro grillo

Inoltre questi ragazzi appartengono a famiglie ricche e potenti, alcuni erano figli di politici e merda... ma questo non mi interessa davvero perché non giustifica le loro azioni... voglio dire, sono ancora una persona e cazzo merito rispetto. E visto che la cosa è già successa in modo simile in passato (con il suo “migliore amico”, ndr)… non so se questa volta voglio lasciar perdere. Perché mi ha fatto davvero male e, se posso dire, mi ha anche ucciso psicologicamente... in quel momento e soprattutto dopo. Quindi volevo chiederti cosa pensi che dovrei fare. Non so nemmeno come lavora la polizia qui Perché so che in Norvegia prendono le cose molto sul serio, soprattutto per questi casi...».

il video di ciro grillo e vittorio lauria con la ragazza che dorme 2 il video di ciro grillo e vittorio lauria con la ragazza che dorme 2

 

A proposito della presunta violenza subita dal «migliore amico» (una storia svelata in anteprima dalla Verità nei mesi scorsi), ieri la ragazza ha raccontato che David, durante un campeggio fuori Oslo, avrebbe approfittato di lei aprendo il suo sacco a pelo e togliendole i pantaloni mentre era addormentata e che si sarebbe accorta dell’abuso sessuale solo alla fine dell’amplesso. Ma ha pure puntualizzato che all’epoca aveva scelto di non denunciare. L’amico ha sempre negato la versione di Silvia.

 

(…)

Eppure la complessità dei rapporti con l’altro sesso della presunta vittima era già emersa prima della serata in Sardegna, tanto che in un file audio risalente al 28 luglio 2019 ascoltato ieri la stessa lamentava: «La sfiga madornale è il fatto che magari mi faccio gente in diverse serate, poi me li ritrovo lì, tutti insieme allo stesso tavolo e son tipo “Ah guarda il gruppetto che mi sono fatta a luglio” magari, o a giugno o a marzo, sempre così, ma che cazzo di sfiga». Ma in aula la giovane, ieri, avrebbe esclamato: «Mica mi sono fatta tutta Milano». O qualcosa del genere. E anche sui disturbi alimentari, l’amica A.M. aveva raccontato di non aver salvato delle foto di Silvia «per non metterla in imbarazzo perché stava perdendo molto peso in maniera preoccupante e non era seguita da alcun specialista».

vittorio lauria vittorio lauria

La stessa testimone aveva pure sostenuto che la presunta vittima «è una ragazza “un po’ troppo influenzabile” e che, mentre le conoscenze femminili la rispettano, i ragazzi pensano che sia “una ragazza più facile di altre”».

 

(…) In effetti la ragazza, quattro anni fa, mentre si sfogava con l’amica Mia, esprimeva questo concetto. Nello stesso tempo si lamentava di essere usata e buttata «via come spazzatura» anche da quelli che considerava «amici», e pensava di rivolgersi a uno psicoterapeuta: «Magari, chi lo sa, mi aiuterà a tornare nella strada giusta […]. Hai ragione, sto accumulando così tanti episodi e altro che non riesco più a gestirli e diventa sempre più difficile capire perché cose così accadano e come evitarle […]».

ciro grillo ciro grillo

 

Di certo la consulente della Procura, la psicologa Cinzia Piredda, dopo aver esaminato la studentessa, ha sottolineato «la difficoltà da parte di S. a esprimere la propria volontà e rispondere con un diniego alle richieste poste dagli altri». Con questa mole di prove a disposizione, che metteva in discussione la credibilità di Silvia, a partire dai video che nei prossimi giorni verranno mostrati in aula («Ovviamente sconvolgenti» li ha definiti la Bongiorno), la parte civile ha deciso di accettare il rischio, evidentemente calcolato, di un drammatico confronto tra la presunta vittima e i legali dei giovani che accusa di stupro. Ma forse questa, seppur non priva di controindicazioni, era la mossa più intelligente per superare le incoerenze del racconto di Silvia e ottenere una sentenza di condanna. Che il tribunale mediatico ha già emesso.

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