QUANDO CI SONO DI MEZZO LE COOPERATIVE C’È QUALCOSA CHE NON TORNA - SEQUESTRATI 102 MILIONI DI EURO AI COLOSSI DELLA LOGISTICA “GRUPPO BRT-BARTOLINI” E “GEODIS” PER EMISSIONE DI FATTURE INESISTENTI FINALIZZATA ALL'EVASIONE DELL'IVA - LE DUE COMPAGNIE SI SAREBBERO AVVALSE DELLE COOPERATIVE DEL LORO PARTNER ANTONIO SUMA (A CUI SONO STATI SEQUESTRATI 21 MILIONI DI EURO) PER AVERE DELLA MANODOPERA A PREZZI STRACCIATI...

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Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

 

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Centodue milioni di euro sequestrati a due colossi della logistica in Italia entrambi di proprietà francese, il gruppo Brt-Bartolini (44 milioni) e Geodis Cl Italia spa (37 milioni), oltre che al loro partner Antonio Suma (21 milioni) quale amministratore di fatto di una ventina di coop arrivate a fornire all'uno il 60% e all'altro il 40% degli impiegati nei servizi di facchinaggio: in una giornata nella quale 8 milioni vengono sequestrati dalla gip Marta Pollicino all'altro gigante Schenker Italiana spa controllata dalle Ferrovie tedesche (per di più con parallela richiesta dei pm al Tribunale di aggravare la misura di prevenzione già in corso, passando dall'affiancamento alla più incisiva sostituzione dell'amministratore con un professionista nominato dai magistrati), il duplice sequestro è l'ennesima iniziativa giudiziaria di una Procura di Milano da tempo concentrata sul tentativo di «bonificare» la logistica.

 

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Un settore di mercato alterato dal corto circuito tra committenti, consorzi-filtro, e cooperative-serbatoio di manodopera a prezzi stracciati perché «dopati» dall'aggiramento del Fisco. A vedersi notificare un decreto di sequestro preventivo del pm Paolo Storari (e ora al vaglio del gip Domenico Santoro per la convalida) per emissione di fatture per operazioni inesistenti finalizzata all'evasione dell'Iva sono infatti stavolta Brt-Bartolini (1,7 miliardi di fatturato e oltre 5.000 lavoratori nel gruppo di cui due anni fa hanno assunto il controllo le Poste francesi), e Geodis Cl Italia spa (divisione italiana da 273 milioni di fatturato e quasi 4.000 lavoratori in un gruppo pure transalpino): indagate per la legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa dell'ente per reati commessi dai vertici nell'interesse delle aziende, dove sono di conseguenza indagati i firmatari delle dichiarazioni fiscali 2017-2021 (Giorgio Bartolini e Costantino Dalmazio Manti per Brt, e Luigi Francesco Cazzaniga e Fabrizio Airoldi per Geodis).

 

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Nelle scorse settimane anche i concorrenti Dhl (che ha poi assunto 1500 lavoratori e pagato al Fisco 37 milioni) e Gls (che oltre a 38 milioni versati all'Agenzia delle Entrate ha avviato un percorso di rientro nella legalità) erano stati «pizzicati»: ma ora il pm argomenta che «la gestione di Brt-Bartolini e Geodis non si distanzia da Dhl e Gls, anzi sotto più punti di vista il fenomeno pare addirittura più grave».

 

Per Procura-Agenzia delle Entrate-Inps si ripetono come fornitori cooperative caratterizzate (attorno al polo di Suma, capace di guadagnare per il proprio ruolo e trasferire in Svizzera 9 milioni di euro dal 2014) da ingente forza lavoro, omessi versamenti dell'Iva, ricorrenti sedi legali e prestanome stranieri, transumanza della forza lavoro tra società dalla vita breve (in genere non oltre i tre anni), e in qualche caso addirittura facenti capo a persone già condannate proprio per il reato di somministrazione fraudolenta di manodopera. Esternalizzazioni patologiche, grazie alle quali il committente potenzia gli organici senza però bisogno di assumere davvero, e risparmia sui costi di lavoro e sulle dinamiche sindacali.

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