"DILLE DI SMETTERE DI FARE L'INSEGNANTE SE VUOLE FARE LA P..." - NEL PROCESSO PER LE FOTO OSÈ DELLA MAESTRA DI TORINO LICENZIATA, IL PM HA CHIESTO UN ANNO E DUE MESI PER LA PRESIDE E UN ANNO PER LA MADRE DI UNA BAMBINA - SONO ACCUSATE DI VIOLENZA PRIVATA, DIFFAMAZIONE E DIFFUSIONE INDEBITA DI IMMAGINI PERSONALI - I MESSAGGI NELLA CHAT LETTI IN AULA: "IL FIDANZATO HA FATTO SCHIFO MA LEI NON È DA MENO"

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Irene Famà per “La Stampa

 

MAESTRA D’ASILO LICENZIATA DOPO I VIDEO HARD DIFFUSI DALL’EX NELLA CHAT DEL CALCETTO MAESTRA D’ASILO LICENZIATA DOPO I VIDEO HARD DIFFUSI DALL’EX NELLA CHAT DEL CALCETTO

«È stata una gogna scolastica». Il pubblico ministero Chiara Canepa non ha dubbi. Quella maestra appena ventenne, che ha visto le foto osè inviate privatamente all'ex fidanzato prima finire in una chat degli amici del calcetto poi passare di cellulare in cellulare, è stata messa alla berlina. Dalla dirigente dell'istituto che, preoccupata per l'immagine dell'asilo, l'avrebbe costretta alle dimissioni. Da quei genitori che l'hanno additata come una poco di buono. Preoccupati non della situazione della giovane, ma che l'ex ragazzo non finisse nei guai.

 

MAESTRA D’ASILO LICENZIATA DOPO I VIDEO HARD DIFFUSI DALL’EX NELLA CHAT DEL CALCETTO MAESTRA D’ASILO LICENZIATA DOPO I VIDEO HARD DIFFUSI DALL’EX NELLA CHAT DEL CALCETTO

Ieri il magistrato ha chiesto le condanne: un anno e due mesi per la preside, un anno per la madre di una bambina. Accusate, a vario titolo, di violenza privata, diffamazione e diffusione indebita di immagini personali. Altro che «aiutare la giovane». Altro che «atteggiamento protettivo. L'intento di danneggiare la persona offesa emerge dalle chat» sostiene il pm.

 

MAESTRA D’ASILO LICENZIATA DOPO I VIDEO HARD DIFFUSI DALL’EX NELLA CHAT DEL CALCETTO MAESTRA D’ASILO LICENZIATA DOPO I VIDEO HARD DIFFUSI DALL’EX NELLA CHAT DEL CALCETTO

Inizia dalla posizione della madre di un'alunna. Lei, dell'esistenza di quelle foto, l'ha scoperto dal suo compagno. «Volevo aiutarla - ha detto davanti al giudice Modestino Villani - Ci siamo incontrate in un bar e confidate come amiche. Lei ha capito quando le ho detto che se avesse denunciato, avrei tolto mia figlia dall'asilo. Ormai ero coinvolta nella vicenda e temevo ripercussioni sulla bambina». Come mai ha condiviso quegli scatti con altre madri? «Non sapevo come comportarmi».

 

I messaggi vocali sentiti in aula raccontano un'altra storia. Di battute volgari e insulti. «Dille di smettere di fare la maestra se vuole fare la p…». Del tentativo di convincere la giovane a non denunciare l'ex fidanzato. «Se non vuole essere svergognata, deve fare la seria lei. È meglio che non denunci». E ancora: «A me non me ne frega niente che venga licenziata, io non voglio essere messa in mezzo, né io ne mio marito».

 

MAESTRA D’ASILO LICENZIATA DOPO I VIDEO HARD DIFFUSI DALL’EX NELLA CHAT DEL CALCETTO MAESTRA D’ASILO LICENZIATA DOPO I VIDEO HARD DIFFUSI DALL’EX NELLA CHAT DEL CALCETTO

Ecco. A parere del magistrato, la questione è proprio questa: «L'obiettivo della signora era che la ragazza non denunciasse l'ex fidanzato, perché ci sarebbe finito di mezzo anche suo marito». Insomma. Tutti preoccupati di salvare la propria reputazione. Di quella della maestra poco importava. Due pesi e due misure.

 

poster torino maestre poster torino maestre

«Per quanto lui possa aver fatto schifo - si legge in un messaggio - lei non è da meno». Anche la preside ha detto di voler voluto aiutare la giovane. Ha parlato di «gogna mediatica». Il pm ha ribattuto con «gogna scolastica. La dirigente ha agito con l'intento di costringerla alle dimissioni perché il buon nome dell'asilo era stato leso».

 

poster torino maestre poster torino maestre

Ieri, in aula, avrebbero dovuto essere sentiti anche l'ex fidanzato della giovane, assistito dall'avvocato Pasquale Ciricosta, che per questa vicenda ha ottenuto la messa alla prova. E altri due amici del calcetto, che invece hanno patteggiato. Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere.

 

poster torino maestre poster torino maestre

La giovane, assistita dagli avvocati Domenico Fragapane e Dario Cutaia, ora vuole giustizia. E cerca la forza per ritrovare la fiducia in se stessa e negli altri. Un percorso non facile. I suoi familiari hanno raccontato il suo calvario: «C'erano giorni che non voleva nemmeno alzarsi dal letto e anche a casa i rapporti non sono stati semplici». Ancora oggi, quasi nessuno le ha chiesto scusa.

 

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