Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dago, in questi giorni assistiamo in tv, sui giornali, in radio, alle celebrazioni per il trentennale di Mani pulite. Come sai fui inviato del Tg5 per ben cinque anni nella trincea della cosiddetta Tangentopoli. Fu vera gloria? No. Martedì 2 ottobre 2012 venne arrestato, a Roma, l'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito.
TANGENTOPOLI - LE PROTESTE DEI CITTADINI
Era accusato di essersi appropriato di 1.300.000 euro dai fondi destinati al gruppo consigliare. Grande scandalo, indignazione, “ecco, vedi a vent'anni da Mani pulite la Casta, la maledetta Casta, non ha imparato nulla, sono tutti uguali, per fortuna noi cittadini onesti che paghiamo le tasse siamo diversi e prima o poi li puniremo”. In realtà, non pochi tra quegli indignati cittadini, le tasse non le pagano affatto.
Nel 1992 e 1993, spesso, soprattutto alla sera nei collegamenti del Tg5 in diretta dal Palazzo di Giustizia, ero circondato da una folla inferocita e berciante che ci insultava, lanciava monetine, inneggiando a Di Pietro, “forza Tonino, Borrelli sei tutti noi, resistere, resistere, resistere!”. Facevo il mio lavoro sovrastando quella massa di pseudo rivoluzionari, molti, anzi molte delle quali scendevano dai loro borghesi appartamenti del centro di Milano, a due passi dal Duomo, con tanto di pellicce di visone, borse firmate, accessori di lusso.
Noi servi del padrone, Berlusconi, amico di Craxi, il Cinghialone, i potenti alla gogna nella stanza del loro eroe, Tonino, il contadino che si fece re, loro, i cittadini, gli onesti che finalmente trovavano giustizia. Ma non era affatto così.
craxi le monetine all hotel raphael
Nella prossimità del Natale del 2012, pochi mesi dopo l’arresto del citato Fiorito, quando Roma si trasforma in una cloaca di auto, la più piccola di solito un Suv da 50.000 euro, ero in taxi in piena in piazza Venezia, completamente bloccato da auto e camioncini parcheggiati in terza fila davanti al vecchio palazzo col famoso balcone, sotto lo sguardo indifferente di vigili urbani il cui unico pensiero era, lo si poteva capire dai loro sguardi, “tanto tra poco mi finisce il turno”.
In quel momento di caos calmo, perché s’era fermi da qualche minuto, il vecchio tassinaro guardandomi dallo specchietto mi disse: “Diretto’, vede? Qui sono tutti Fiorito!” Vecchia saggezza popolare romana. O se vogliamo da Gattopardi: “Cambiare tutto affinché nulla cambi”. Questa è l’Italia, questi siamo noi.
Andrea Pamparana
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