Estratto dell’articolo di Dario Del Porto per “la Repubblica”
video girato nel carcere di avellino 4
Il carcere è social: basta un post e il detenuto diventa influencer. Videochiamate con i familiari e filmati girati in cella finiscono sempre più spesso su TikTok accompagnati dal consueto corredo di emoticon e commenti del tipo: “Forza e coraggio, la galera è di passaggio”. Il fenomeno sta dilagando soprattutto (ma non solo) tra i reclusi degli istituti di Napoli e Campania e rappresenta un’evoluzione dell’uso illegale di cellulari dietro le sbarre. [...]
CARCERE DI SECONDIGLIANO - SEQUESTRATO UN DRONE CHE TRASPORTAVA TELEFONINI
Telefonini anche di ultima generazione vengono recapitati utilizzando droni che sorvolano i penitenziari e i boss li usano sia per gestire le organizzazioni criminali sul territorio, sia come strumento di consenso e controllo della popolazione carceraria.
Ma nella deriva social non ci sono ordini da impartire, né affari illeciti da concludere [...] Come nel caso di una coppia, lui rinchiuso a Poggioreale, nickname “El Guzman”, lei nel penitenziario femminile di Pozzuoli, che hanno messo in Rete una diretta nella quale, nei commenti, ci si prendeva pure gioco del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, che da mesi segnala quanto sta avvenendo [...]
Non lo fanno solo i maggiorenni.
Qualche giorno fa è finito su Tik-Tok, postato presumibilmente da parenti dell’indagato, corredato dalla scritta “sempre con il sorriso”, il video, estrapolato da un colloquio con i familiari di un giovane recluso nell’istituto penale minorile di Nisida: è un diciassettenne arrestato con l’accusa di aver sparato fra la folla, insieme a un complice maggiorenne, davanti ai locali della movida di Sant’Anastasia, in provincia di Napoli, ferendo un’intera, incolpevole famiglia: padre, madre e soprattutto la piccola Assunta, di 11 anni, che stava mangiando un gelato con il genitori e fu raggiunta da un proiettile alla tempia.
A chi criticava quel sorriso da parte del detenuto, una zia del 17enne ha replicato a muso duro con un altro video affermando, fra l’altro: «Te levo ‘o core ‘a pietto» («ti strappo il cuore dal petto»).
[...] È d’ accordo l’antropologo Marino Niola: « [...] I social a queste persone quel protagonismo che hanno perso a causa della detenzione. La reclusione è una specie di morte dell’immagine. [...]».
Naturalmente, avverte Niola, «l’abuso e i reati vanno perseguiti. Bisogna vigilare affinché le norme vengano rispettate».
Quasi ogni settimana, nelle carceri, vengono sequestrati cellulari introdotti illecitamente nelle celle.
Ma neanche l’apposita fattispecie di reato introdotta dal legislatore ha frenato l’escalation. Il procuratore aggiunto di Napoli Sergio Amato spiega: «Queste sono condotte per le quali l’effetto deterrente della sanzione è quasi nullo. La pena prevista è fino a quattro anni, ma nella maggior parte dei casi si tratta di detenuti con lunghe condanne sulle spalle che hanno poco o nulla da perdere». [...]
smartphone in carcere video girato nel carcere di avellino 1 video girato nel carcere di avellino 2 video girato nel carcere di avellino 3