Estratto dell'articolo di Rinaldo Frignani per www.corriere.it
«Avevamo una storia, una relazione vera»: davanti al giudice Adina Manolache si difende. E cerca in ogni modo di negare di aver esorto soldi a un manager della Rai. Il verbale dell’11 settembre scorso fa emergere i dettagli della storia, la versione dei due protagonisti. La donna risponde alle domande del gip e ribatte alle contestazioni dei pm dopo essere stata arrestata in flagrante dagli agenti del commissariato Viminale - al centro di Roma - intervenuti mentre riceveva mille euro in contanti dal dirigente della tv di Stato, al quale per mesi - secondo la denuncia di quest’ultimo alla polizia - aveva già estorto somme di denaro con minacce di vario genere.
«Non è vero niente», ha ripetuto a piazzale Clodio la escort moldava di 30 anni, […] «Respingo ogni accusa, con lui avevo una relazione nel vero senso della parola», ha proseguito la giovane, difesa dall’avvocato Andrea Scarozza. […] Mai minacce, avrebbe sostenuto ancora la 30enne, mai avvertimenti per conto di malavitosi che, sempre secondo la denuncia del manager, si erano inseriti nella storia con l’altro funzionario di viale Mazzini, conosciuto a settembre 2022 sul sito «Bakeka Incontri». […]
«Ci volevamo bene», avrebbe anzi azzardato ancora la 30enne, tuttora ai domiciliari nel suo appartamento alla periferia nord della Capitale, lo stesso dal quale - come ha raccontato la vittima, 66enne, alto funzionario della tv pubblica - «rischiava di essere sfrattata» tanto da chiedere al suo «caro direttore della Rai» — come lo chiamava — per la prima volta a marzo 2023 alcune migliaia di euro per fare fronte al saldo dell’affitto. […]
[…]
«Ma non gli ho mai estorto denaro», avrebbe aggiunto la ragazza di fronte al gip, sottolineando di aver beneficiato in realtà di molto meno dei 100 mila euro che il 66enne avrebbe visto sparire dal suo conto in rapida successione per pagare cure e un intervento chirurgico per figlio della escort, il funerale di sua sorella (chiedendo e ottenendo una prova video della cerimonia), i debiti della madre, le prestazioni sessuali anticipate da scalare il mese successivo, la mania del gioco d’azzardo della stessa 30enne presunta ludopatica, senza contare i ricatti di fantomatici - per chi indaga - criminali che minacciavano la donna.
Ora la verità di Adina si scontra con quanto messo a verbale dal manager, che solo l’estate scorsa ha cominciato a rendersi conto «di essere finito in un giro pericoloso», dopo aver ricevuto messaggi minatori da presunti boss della droga e la visita notturna di un personaggio sconosciuto, tuttora ricercato, che ha citofonato a casa sua. Un copione al centro oggi delle indagini della polizia a caccia dei complici di Adina e di altre vittime, non si esclude anche dove ha lavorato il manager.
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