"QUANDO MI MUOVO IO E' TUTTO APPOSTO" - ARRESTATA FABIOLA MORETTI, EX COMPAGNA DI ANTONIO MANCINI, DETTO "ACCATTONE", BOSS DELLA BANDA DELLA MAGLIANA - NELLE INTERCETTAZIONI DEFINIVA DROGA "MOZZARELLA" E L'HASHISH "PONGO" - AD ACQUISTARLA ERA LEI IN PERSONA CHE SI RECAVA A NAPOLI USANDO COME TRAMITE CON IL FORNITORE UN'EX COMPAGNA DI CELLA - LA “BASE” DEI GRUPPI CRIMINALI DEDITI ALLO SPACCIO NELLA ZONA SUD DI ROMA, ERA UN COMPLESSO DI CASE POPOLARI CON 400 APPARTAMENTI CIRCONDATO DALLA CAMPAGNA DEFINITO "IL FORTINO", UNA REPLICA DEL MODELLO SCAMPIA

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Camilla Mozzetti per www.ilmessaggero.it

 

fabiola moretti fabiola moretti

La droga era la "mozzarella" oppure il "pongo" (nel caso si trattasse di hashish) e ad acquistarla era lei in persona che si recava a Napoli usando come tramite con il fornitore un'ex compagna di cella. E' stata arrestata questa mattina all'alba Fabiola Moretti, un tempo membro della Banda della Magliana ed ex compagna di quel boss, poi pentito, che è passato alle cronache con l'appellativo di "Accattone", al secolo Antonio Mancini. La Moretti faceva parte di un sodalizio criminale che da tempo gestiva il traffico di stupefacenti alla periferia sud della Capitale.

 

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In un agglomerato di case popolari alle porte di Pomezia in cui due distinti gruppi facevano affari a suon di cocaina e hashish. L'operazione dei carabinieri della compagnia di Pomezia su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Roma è scattata all'alba di oggi: 21 le misure cautelari emesse (18 in carcere, due ai domiciliari e un obbligo di presentazione alla pg) e tra le persone coinvolte anche l'ex donna del boss della Magliana e pure la figlia avuta con Mancini, Nefertari.

 

Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Pomezia e della Stazione Roma Divino Amore hanno accertato, tra i mesi di febbraio e novembre del 2019, l'esistenza di due distinti gruppi criminali dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti nel quadrante sud della Capitale e la “base” comune dei due gruppi – autonomi e all'occorrenza collaborativi l'uno con l'altro nelle azioni illegali - era proprio quel complesso di case di edilizia popolare di via dei Papiri e via degli Astrini che, per la loro stessa conformazione, veniva denominato “il fortino”.

 

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Un insieme di palazzi per un totale di 400 appartamenti circondato dalla campagna dentro cui il “sistema” veniva portato avanti neanche fosse una replica del modello “Scampia”. Gli odierni indagati, attraverso un sistema di vedette, potevano infatti avvistare, anche a lunga distanza, qualsiasi veicolo o movimento da loro ritenuto sospetto, rendendo particolarmente complesso ogni tentativo di controllo ed avvicinamento da parte delle forze dell'ordine.

 

Le intercettazioni

La Moretti all'interno del “sistema” portava avanti un'attività di leader perché come si legge nell'ordinanza del gip, operava per rifornire di droga entrambi i gruppi occupandosi di reperire le sostanze chiamandole, con l'illusione di non farsi scoprire, “latticini” o “pongo” nel caso si trattasse di hashish. Il potere della donna è ben sintetizzato in alcune intercettazioni: «Quando mi muovo io è di più di apposto! Hai capito?» dice la Moretti ad un'altra donna.

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Per l'acquisto della droga l'ex donna del boss della Magliana si reca a Napoli dove una sua ex compagna di cella funge da intermediaria con il fornitore e quando la droga è pronta dà indicazioni alla figlia Nefertari su come tagliarla e lavorarla. «Guarda eee – dice la Moretti alla figlia – aggiungi perché dice che è troppo, troppo, troppo, troppo, capito come?» e aggiunge poi: «è sprecato così eh, capito come a mamma? Casomai non toccare niente che ci penso io quando arrivo sennò rovini tutto».

 

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