Dagotraduzione dall'Ap News
Papa Francesco sembra essere molto preoccupato per l'audience: «Chi ci ascolta?» ha chiesto lunedì scorso durante una visita a Palazzo Pio, dove ha sede il cuore del Discatero della Comunicazione, dal quale dipendono Osservatore Romano, Vaticano News, Ctv, Libreria editrice vaticana, tipografia, sala stampa, la Radio vaticana.
«Ci sono tanti motivi per essere preoccupati per la Radio, L'Osservatore, ma ce n’è uno che mi tocca il cuore: quante persone ascoltano la Radio? Quante persone leggono L'Osservatore Romano?» ha chiesto il Papa. L'editore – cioè il Papa – ha fatto un discorso in diretta salutando gli ascoltatori della radio ma, nello stesso tempo, rivolgendo un messaggio all'interno, a chi vi lavora, chiedendo di riflettere ogni giorno sul numero delle persone che vengono effettivamente raggiunte dal messaggio della Chiesa.
Visita di papa Francesco a Radio Maria
«C'è il pericolo di una bella organizzazione, un bel lavoro ma - ha proseguito il papa - che non arrivi dove deve arrivare: il racconto del monte che partorisce il topo... tutti i giorni fate quella domanda: a quanti arriviamo?, a quante persone arriva il messaggio di Gesù con l'Osservatore Romano?».
La questione costi-benefici delle operazioni mediatiche interne del Vaticano è stata posta molte volte: l’ufficio comunicazione consuma più budget di qualsiasi altro dipartimento. Secondo gli ultimi dati, per il 2021 la cifra è stata di 43 milioni di euro, il 20% del totale.
Il capo dell'ufficio, Paolo Ruffini, ha affermato di aver preso le parole del papa come un invito a guardare in modo creativo al futuro. Ha ricordato che Francesco aveva detto allo staff de L'Osservatore Romano di «lasciarsi schiaffeggiare dalla realtà» e che il commento era una sorta di campanello d'allarme.
Intanto quest’anno il Vaticano ha annunciato tagli salariali dal 3 al 10% per i dipendenti anziani, sia laici che religiosi, e sospeso i bonus di anzianità per due anni. I risparmi serviranno a fare fronte al buco nei fondi pensioni e a un deficit di 50 milioni di euro. I soldi risparmiati copriranno in parte i mancati introiti dovuti alla pandemia, tra cui quelli di una delle principali fonti di entrate, i biglietti dei Musei Vaticani. Francesco ha promesso però di non licenziare nessuno.
I tagli imposti dal Papa hanno scatenato una piccola rivolta tra i dipendenti, che il 20 maggio hanno scritto una lettera aperta esprimendo il loro «sgomento e profondo scoraggiamento» per i tagli di stipendio, lo stop agli straordinari, e l’aumento del carico di lavoro non compensato, tutte decisioni non conformi alla dottrina sociale della Chiesa cattolica. «Non si possono ignorare le difficoltà economiche che le famiglie di oggi sono chiamate ad affrontare a causa della pandemia» hanno scritto, chiedendo un incontro per discutere delle loro preoccupazioni.