Estratto dell'articolo di Eugenia Tognotti per La Stampa
[…] C'è un indicatore nel Rapporto demografico dell'Istat – quello sugli effetti del cambiamento climatico sulla mortalità - che meriterebbe un supplemento di attenzione […] . Il punto di partenza è l'affermazione che il numero più elevato dei decessi nel 2022 si è registrato nei mesi più freddi - gennaio e dicembre - e in quelli più caldi, luglio e agosto.
In questi quattro mesi cruciali sono stati registrati 265 mila morti, il 40 per cento circa del totale, collegati soprattutto alle condizioni climatiche avverse che hanno penalizzato soprattutto la popolazione più anziana e fragile[…] in particolare […] le donne.
Ondate di calore e temperature rigide le penalizzano. […] Lo conferma il divario delle percentuali tra i due generi: degli oltre 606 mila deceduti nel 2022 – ci raccontano nel loro asciutto linguaggio i numeri -, l'85 per cento aveva un'età maggiore o pari a settant'anni, ma per le donne la percentuale si è elevata fino a raggiungere l'89,2 per cento, contro l'80,3 negli uomini. Percentuali che crescono ancora – rispettivamente al 90 e all'80,7% - se ci si riferisce solo ai quattro mesi di caldo e freddo più intensi.
Rappresenta un caso il 2022? La risposta è no. Nel XXI secolo un surplus di mortalità, associato a un numero elevato di decessi nei mesi estivi e invernali, si è registrato negli anni 2003, 2015 e 2017. […]
Un segnale – apparentemente inequivocabile, per riprendere l'osservazione del rapporto - di quanto i cambiamenti climatici stiano assumendo rilevanza crescente anche sul piano della sopravvivenza, nel contesto di un Paese a forte invecchiamento. La domanda è: che cosa si fa, anche a livello locale, per aumentare la resilienza dei più fragili agli eventi meteorologici? E per proteggere i gruppi più vulnerabili […]?
La questione su come difendersi «dall'influenza delle vicende climatologiche delle varie stagioni» non è propria del nostro tempo. Occupa spazio nel primissimo censimento condotto dopo l'unificazione nazionale, nel 1865. […] Ma, allora, a incombere non era, naturalmente, il rischio periodico delle ondate di calore causate dal riscaldamento globale provocate dall'uomo, ma l'antico flagello della malaria e la «potenza morbifica» delle «emanazioni miasmatiche». […]
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