Valeria Costantini per il “Corriere della Sera – ed. Roma”
«Qua come alzi una pietra trovi una bustina di droga». Incastrata tra i massi in travertino sulle scale del Lungotevere Farnesina, sotto i sanpietrini «mobili» di vicolo Moroni o dentro qualche centralina Acea decadente. A Trastevere i nascondigli dei pusher cambiano allo scadere di ogni ora, la «merce» passa di mano velocemente, i depositi provvisori vanno riempiti di pari passo alle richieste degli acquirenti.
I DUE AMERICANI PRIMA DEL FURTO A PIAZZA MASTAI TRASTEVERE
Nell' epicentro della movida romana estiva, lo spaccio degli stupefacenti attende il fine settimana per poter rimpinguare le casse. Un mercato mai come in questi giorni nel mirino delle forze dell' ordine, dopo il brutale omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Un business che però non può fermarsi nemmeno di fronte alla tragedia, agli agenti in borghese, al giro di vite pur atteso nell' ambiente.
MARIO CERCIELLO REGA ANDREA VARRIALE
I pusher sono sempre lì, come statue, a metà di Ponte Sisto, o nelle caratteristiche viuzze del rione, dove le botteghe storiche sono ormai state sostituite da wine bar e mini-market.
SERGIO BRUGIATELLI CON I DUE AMERICANI finnegan lee elder copia
Alle 23 di un venerdì di sballo, lo spaccio è solo alle prime battute. Il gruppo di giovani marocchini sul ponte - uno pure in bici pronto a scattare - aspetta i giovani turisti di passaggio, prede facili a cui vendere la busta con erba o hascisc a dieci euro. Se poi la richiesta invece riguarda la «bamba», la coca, allora il costo aumenta insieme alle precauzioni. Il passaggio della droga deve essere invisibile, come il suo rifornimento. «La nascondono un po' ovunque, una volta un operaio aprì la centralina accanto al mio negozio e dentro c' era ancora una bustina di marijuana», preferisce restare anonimo ma dal suo locale a ridosso di via del Moro, il signor Mario ha visto Trastevere cambiare come il giro degli spacciatori.
«Erano tutti italiani fino a dieci anni fa, poi sono arrivati albanesi e nord-africani», spiega dall' uscio del suo emporio, un po' guardingo mentre indica i possibili «rifugi». In una spaccatura della parete vicino piazza Trilussa, ad esempio, non troppo lontana dal ponte da poter raccogliere con velocità per poi essere servita al cliente di turno. Oppure nelle fioriere o sotto massi instabili delle stradine. «Cerca il tamburello, è lui che ti aiuta a trovare qualche dose», spiega con altrettanta cautela il titolare di un pub. Tradotto significa che anche gli ambulanti africani che rumoreggiano agli angoli della movida o hanno qualcosa da vendere o ti accompagnano al sacchetto più vicino.
omicidio cerciello - il video della fuga dei ladri della borsa a trastevere SERGIO BRUGIATELLI
Più è buio, più è facile trovare la roba.
Ogni anfratto del quartiere diventa il «supermaket» di qualunque sostanza si cerchi. All' angolo di via Paglia, sotto l' ombra della chiesa, c' è il solito menù, dalla cocaina al «basilico», ovvero materiale per la canna: a indicare il pusher, giovane maghrebino, nemmeno ventenne, sono due ragazzi in visita nella Capitale da amici. Persino loro, romani improvvisati, hanno imparato la «geolocalizzazione» dello smercio illegale. «Se cercate fumo, c' è lui (lo straniero appoggiato al muro, ndr), altrimenti per roba più pesante dovete tornare a San Callisto»: la piazza per eccellenza, da sempre, dello spaccio capitale.
GABE NATALE SEQUESTRO COCAINA TRASTEVERE
Anche nella silenziosa piazza Mastai, c' è movimento: è qui che i due americani, Natale Hjorth e Elder Lee, avrebbero, da accuse, derubato Sergio Brugiatelli, il furto da cui è partita la tragedia. «Ho sentito solo le urla quella notte - ricorda ancora il fioraio dello slargo -. Ricordo che qualcuno ripeteva la parola "borsello", però non so cosa sia successo». Ma basta affacciarsi dal lungotevere e da un vicolo spunta il venditore. Posizione strategica la sua, appostato tra due b&b e dalla clientela più ricercata dai pusher: i turisti stranieri, meglio se giovanissimi.
Sdraiati sugli scalini di piazza Trilussa o seduti nei portoni dei palazzi, spinello e alcolici tra le mani: la generazione dello sballo cerca ogni notte solo una cosa, «binge», l' abbuffata di droghe. Tutto insieme e rapidamente per il «trip» che può durare qualche ora, ma meglio se ti riesce a farti arrivare fino all' alba. «È la loro idea di festa», fa spallucce persino il tassista mentre carica due ragazze ubriache. Arrivano a spendere oltre 200 euro in una notte solo per perdere il controllo, tra shottini e una striscia di coca tirata sugli smartphone. Ma venerdì il mercato va a singhiozzo: «Torna più tardi», dice il pusher di Ponte Sisto davanti alla richiesta di fumo, ma non perché qualche nascondiglio è saltato. Le «vedette» hanno dato il segnale, arrivano i vigili per il pattuglione. Pochi minuti e si sbaracca. Ma lo spaccio si sposta, nel buio di Trastevere.
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