L’ARTE SULLA PELLE - SANT'UOMINI, CARCERATI, MARINAI, CRIMINALI: IL LIBRO “MARCHIATI” DI CECILIA DE LAURENTIIS RIPERCORRE PER LA PRIMA VOLTA LA STORIA DEL TATUAGGIO IN ITALIA – DALLE ANALISI DELLE SPOGLIE DI ÖTZI, IL CACCIATORE DI SIMILAUN, IL PRIMO MARCHIATO DEL NOSTRO PAESE, AL MEDIOEVO IN CUI I PELLEGRINI E CROCIATI SI TATUAVANO COME SEGNO DI APPARTENENZA E FEDE – I TEMPI BUI ARRIVANO NEL ‘900: PRIMA LOMBROSO CHE ELEGGE IL TATUAGGIO A SEGNO DI DEVIANZA CRIMINALE E POI IL FASCISMO CHE LI PROIBISCE…

-

Condividi questo articolo


Adriana Marmiroli per “la Stampa”

 

tatuaggi tatuaggi

Opere d'arte su pelle, i tatuaggi. Segni che rimandano a culture e devozioni, e risalgono alla notte dei tempi. In Italia il primo tatuato è Ötzi: gli studiosi che l'hanno analizzato gliene hanno trovati non pochi. Simboli esoterici o disegni curativi, si sono chiesti. Forse entrambe le cose. Parte con il cacciatore di Similaun e le analisi delle sue spoglie il libro “Marchiati” di Cecilia De Laurentiis (Momo Edizioni) che, in pagine dense di rimandi bibliografici e riferimenti documentali, percorre per la prima volta la storia del tatuaggio in Italia.

 

cecilia de laurentiis cecilia de laurentiis

Anzi, del «marchio». «Il tatuaggio come lo intendiamo noi oggi, anche come nome, risale all'800, quando fummo colonizzati da questa "cultura" di origine anglosassone e circense», ci spiega lei. «Da noi storicamente era tutt' altro: segno di devozione o appartenenza, piuttosto elementare nella costruzione e - dati i tempi - fatto solo con la tecnica dell'ago o del pennino che graffia, intinto nel nerofumo diluito in qualche tipo di distillato alcolico. I disegni erano semplici, talvolta rudimentali, sempre di colore turchino». Ma non così rari come si potrebbe pensare. Nel Medioevo si «marchiavano» i Crociati e i pellegrini: era il segno della loro fede. Non a caso uno dei centri più importanti sarà sino ad anni recenti Loreto.

marchiati cecilia de laurentiis marchiati cecilia de laurentiis

 

Lo si chiami marcatura o tatuaggio, comunque, dall'antichità ai giorni nostri la tradizione di disegnarsi la pelle si è sempre mantenuta, seppure segreta e nascosta. Sant'uomini, quindi, ma anche carcerati, marinai, criminali. Amanti, al più. Era legato a luoghi segregati e sottintendeva l'appartenenza a un gruppo ristretto. Superati i millenni, è nel Novecento che arrivano i «tempi bui»: Lombroso elegge il tatuaggio a segno inequivocabile di devianza criminale e atavismo regressivo; pubblica studi oggi considerati ben poco scientifici ma che allora ebbero rilevanza internazionale, diventarono parametro di riferimento in tutto il mondo occidentale (e tali ancora sono) e di fatto condannarono questa pratica (Torino, che ospita il Museo e l'Archivio Lombroso, per i materiali che conserva continua a essere uno dei maggiori centri di studio del tatuaggio a livello mondiale).

 

Il fascismo arriverà a proibirli, pur tatuandosi orgogliosamente le camicie nere coi i truci simboli del movimento e il faccione del Duce. Negato, condannato, proibito, vituperato, solo in tempi molto recenti il tatuaggio ha smesso di essere considerato segno di emarginazione e infamia, ma è ornamento da esibire e vantare. Una moda che ha portato con sé anche esagerazioni.

tatuaggi 1 tatuaggi 1

 

«Fino a ieri "arte degenerata", il tatuaggio fa parte a pieno titolo della cultura contemporanea. È un gesto importante e non scontato. In quelli che ho, c'è la mia vita: non la sua narrazione, ma un preciso clima esistenziale. Sono un memento. Sbagliano quei genitori che lo permettono ai figli adolescenti. Il tatuaggio va pensato. Vivrà con te, sulla e con la tua pelle, invecchierà con te. Farlo su impulso significa banalizzarlo. E invece è magia: il sangue che esce, il dolore, la ritualità del gesto».

 

marchiati cecilia de laurentiis marchiati cecilia de laurentiis

Nipote di uno scultore, la famiglia attraversata da una non sotterranea vena artistica, malgrado appartenga alla generazione che ha fatto del tattoo una pratica di massa esibita sempre meno ribelle, Cecilia De Laurentiis a tatuarsi è arrivata relativamente tardi: più che ventenne, ormai iscritta alla facoltà di Storia dell'Arte. Un percorso che l'ha portata ad approcciarsi alla sua passione in modo accademico da una parte e con una prospettiva artistica dall'altra: ricercatrice universitaria e studiosa, tatuata e tatuatrice.

 

«Frequentavo la scena underground romana: non potevo ignorare questo fenomeno e i suoi artisti». Ma all'inizio c'era un certo timore. «Il passaggio da punk a tatuato sembrava obbligato. Ma io rifiutavo l'idea di un disegno che avrebbe segnato la mia pelle per sempre. Poi ho compreso che era tutto legato a come vivevo il mio corpo».

 

gabriele donnini tatuaggio Dago gabriele donnini tatuaggio Dago

Superato il blocco, «mi sono fatta io stessa un cuoricino piccolissimo su una gamba. Sono stata la cavia di me stessa». È stato il primo dei tanti disegni che ha su tutto il corpo: sempre più complessi e colorati, ne ha perso il conto. Non li fa più da sola, ora. Le piace, ci confessa, «farli fare a quegli artisti di cui amo il tratto e lo stile». Il corpo trasformato in una personale galleria d'arte, in un piccolo museo a fior di pelle

tatuaggi 1 tatuaggi 1

tatuaggi bianchi 7 tatuaggi bianchi 7 tatuaggi bianchi 6 tatuaggi bianchi 6 tatuaggi 26 tatuaggi 26 tatuaggi 7 tatuaggi 7 tatuaggi 9 tatuaggi 9 tatuaggi 8 tatuaggi 8 tatuaggi 1 tatuaggi 1 tatuaggi 10 tatuaggi 10 tatuaggi 11 tatuaggi 11 tatuaggi 12 tatuaggi 12 tatuaggi 13 tatuaggi 13 tatuaggi 14 tatuaggi 14 tatuaggi 15 tatuaggi 15 tatuaggi 16 tatuaggi 16 tatuaggi 17 tatuaggi 17 tatuaggi 18 tatuaggi 18 tatuaggi 2 tatuaggi 2 tatuaggi 20 tatuaggi 20 tatuaggi 19 tatuaggi 19 tatuaggi 21 tatuaggi 21 tatuaggi 24 tatuaggi 24 tatuaggi 25 tatuaggi 25 tatuaggi 22 tatuaggi 22 tatuaggi 23 tatuaggi 23 tatuaggi 33 tatuaggi 33 tatuaggi 27 tatuaggi 27 tatuaggi 28 tatuaggi 28 tatuaggi 29 tatuaggi 29 tatuaggi 3 tatuaggi 3 tatuaggi 30 tatuaggi 30 tatuaggi 32 tatuaggi 32 tatuaggi 5 tatuaggi 5 tatuaggi 31 tatuaggi 31 tatuaggi 4 tatuaggi 4 tatuaggi e cicatrici 49 tatuaggi e cicatrici 49 tatuaggi 6 tatuaggi 6 tatuaggi e cicatrici 47 tatuaggi e cicatrici 47 tatuaggi e cicatrici 16 tatuaggi e cicatrici 16 tatuaggi e cicatrici 35 tatuaggi e cicatrici 35 tatuaggi bianchi 22 tatuaggi bianchi 22 giulia de lellis tatuaggio giulia de lellis tatuaggio

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….