Martina Pennisi per il “Corriere della Sera”
Ecco l' Europa, che ieri ha presentato una tabella di marcia comunitaria per la revoca graduale delle misure di contenimento dell' epidemia di Sars-Cov-2. La priorità l' ha sottolineata la commissaria per la Salute Stella Kyriakides: «È fondamentale che i sistemi sanitari europei siano in grado di assorbire gli aumenti di nuovi casi, che sia assicurata la disponibilità dei medicinali e delle attrezzature essenziali e che sia approntata una capacità diagnostica e di tracciamento su vasta scala».
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Le applicazioni di tracciamento dei contatti possono diventare «un elemento importante delle strategie», scrive la Commissione Ue. E fissa i suoi paletti: il download dovrebbe essere volontario, e sappiamo che i ricercatori di Oxford ritengono che dovrebbe coinvolgere almeno il 60% della popolazione. Poi: gli utenti devono avere il controllo dei dati e le autorità sanitarie nazionali devono essere coinvolte nella progettazione del sistema (il Regno Unito è partito così) che deve dialogare a livello Ue e va disattivato una volta finita la crisi. Si parla inoltre di tracciabilità su base anonima e aggregata della vicinanza tra i dispositivi (gli esperti di privacy preferiscono parlare di «anonimizzazione», o ancora meglio «pseudonimizzazione»).
Più chiaro, su questo passaggio, il Comitato europeo per la privacy (Edpb): l' obiettivo non deve essere seguire i movimenti degli individui, ma risalire ai contatti con i positivi, per poi avvisare chi corre il rischio di ammalarsi.
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L' identikit combacia sia con il progetto paneuropeo Pepp-pt, che si trova sui tavoli francese e tedesco, sia con l' applicazione di Bending Spoons, indicata dalla task force del ministero dell' Innovazione e pronta a lavorare con Apple e Google. Entrambe funzionano con il Bluetooth.
L' investitura dell' app nostrana è ancora in attesa di una formalizzazione, che dovrebbe arrivare dopo il confronto con il gruppo di lavoro di Vittorio Colao. I tempi, come trapela dalla task force del ministero di Paola Pisano, iniziano a essere stretti: se si partisse oggi, fra test finali di sviluppo e sicurezza si potrebbe essere pronti per metà maggio. Intanto si moltiplicano le iniziative delle Regioni: la Lombardia è arrivata a 1,3 milioni di questionari compilati su AllertaLom, la Toscana sta testando con i medici un' app di raccolta dei dati, il Friuli-Venezia Giulia ha annunciato una sperimentazione di contact tracing con meno di 300 cittadini, il Lazio ha scelto la strada della telemedicina e l' Umbria ha preso contatti con WebTek.
Il tutto mentre il Garante per la privacy Antonello Soro ha scoraggiato «iniziative estemporanee» e aspettando un inquadramento normativo ad hoc.
Attenzione anche all' autocertificazione: fra le opzioni ci sarebbero l' integrazione nell' app Io (vicina al debutto), che garantirebbe la certificazione dell' identità del possessore dello smartphone, o una nuova app di Sogei. Nel secondo caso, ci si potrebbe dover dotare di tre app diverse: una per il tracciamento, una per i servizi pubblici e una per l' autocertificazione.
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