L’ITALIA DEL BRANCO - A MANTOVA 5 VENTENNI INVITANO A UNA FESTA UNA 16ENNE E LA VIOLENTANO IN GRUPPO - NON È BEN CHIARO SE LA RAGAZZINA ABBIA ASSUNTO O SIA STATA SPINTA AD ASSUMERE ALCOLICI O STUPEFACENTI MA NON HA AVUTO POSSIBILITA’ DI DIFENDERSI - SEQUESTRATI TELEFONI E COMPUTER DEI GIOVANI: PER GLI INQUIRENTI I RISCONTRI SONO “SIGNIFICATIVI”

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Francesca Morandi per il “Corriere della Sera”

 

VIOLENZA SESSUALE VIOLENZA SESSUALE

È il 2 luglio scorso, un venerdì, quando una ragazzina si presenta al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Cremona, accompagnata dalla madre. Ha 16 anni, si tiene la pancia, ha forti dolori. Teme di essere rimasta incinta. In un attimo però viene a galla l'orrore. La giovane racconta di essere stata violentata ad una festa, avvenuta circa quindici giorni prima, il 18 maggio. Una violenza di gruppo, dice. È a quel punto che scatta subito l'inchiesta: a coordinarla la Procura di Mantova, che affida il lavoro alle Squadre Mobili delle Questure di Mantova e Cremona.

 

Dopo circa un mese di lavoro, ecco la svolta di ieri: cinque giovani indagati; due dei quali portati direttamente in carcere e altri tre con l'obbligo di dimora. Sono tutti di età compresa tra i 20 e i 23 anni: italiani e residenti tra Suzzara, Gonzaga e Pegognaga, in provincia di Mantova. L'ennesima presunta violenza si sarebbe verificata appunto lo scorso 18 maggio in un'abitazione di Suzzara. È qui che sarebbe stata organizzata la festa alla quale il gruppo aveva invitato anche la 16enne. Finita però subito in trappola.

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Non è ben chiaro se la ragazzina abbia assunto o sia stata spinta ad assumere alcolici o stupefacenti. Sta di fatto che sarebbe finita preda dei cinque, senza possibilità di difendersi. Alla festa - è stato riscontrato - erano presenti anche altri due giovani mantovani, sempre della zona, che però sarebbero risultati estranei alla vicenda. La ragazzina, che dopo la denuncia è stata seguita da una psicologa, ha raccontato tutto agli inquirenti nel corso di un'audizione protetta: è stato allora che avrebbe ricostruito nel dettaglio l'episodio fornendo indicazioni utili allo svolgimento delle indagini.

 

Nel corso dell'audizione la 16enne ha anche spiegato di aver confessato ad un suo amico, anche lui cremonese, quanto le era accaduto. Il giovane, che in parte conosce il gruppo di ragazzi mantovani, è stato sentito dagli investigatori e ha fornito ulteriori dettagli utili agli accertamenti. Mettendo insieme tutti gli elementi raccolti, i poliziotti sono quindi riusciti a ricostruire il contesto nel quale si è verificato l'episodio e a raccogliere riscontri che vengono definiti significativi.

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Fondamentali anche le perquisizioni avvenute nelle abitazioni dei cinque giovani sotto accusa. Perquisizioni nel corso delle quali sono stati sequestrati i telefoni cellulari e i computer del gruppo di amici ed è stato riconosciuto il luogo dove era avvenuta la violenza, descritto in modo preciso dalla 16enne durante l'audizione protetta. A conclusione delle indagini, la gip del Tribunale di Mantova Beatrice Bergamasco ha emesso le varie misure nei confronti dei ventenni: due di loro sono stati arrestati e portati in carcere a Mantova, mentre per gli altri tre è stato emesso l'obbligo di dimora.

 

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