L’ULTIMA MODA IN AMERICA: L’INTIMIDAZIONE DI PERSONAGGI POLITICI ATTRAVERSO L’INVIO DEGLI AGENTI SPECIALI A CASA - SI CHIAMA “SWATTING”, IL TERMINE VIENE DALL’ACRONIMO SWAT (SPECIAL WEAPONS AND TACTICS), LE FORZE SPECIALI DELLA POLIZIA, E INDICA L’IRRUZIONE DEGLI AGENTI A SEGUITO DI UNA TELEFONATA (SPESSO ANONIMA) IN CUI VIENE DENUNCIATO UN OMICIDIO O UNA VIOLENZA ALL’INDIRIZZO DEL PERSONAGGIO PRESO COME BERSAGLIO - È PERICOLOSO PERCHÉ GLI AGENTI SWAT ARRIVANO IN ASSETTO MILITARE E, SE QUALCOSA VA STORTO, LA SITUAZIONE PUÒ DIVENTARE VIOLENTA…

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Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

SWAT IN AZIONE SWAT IN AZIONE

Swatting: il termine viene dall’acronimo Swat (Special Weapons And Tactics), le forze speciali della polizia. Indica una modalità di intimidazione di cui sono stati vittima di recente personaggi che vanno dalla rivale di Donald Trump nelle primarie repubblicane, Nikki Haley, ai giudici e al procuratore speciale Jack Smith, coinvolti nei processi contro di lui, la segretaria generale del partito democratico del Maine, Shenna Bellows, che lo ha rimosso dalla scheda elettorale del suo Stato, ma anche ferrei alleati dell’ex presidente, come la deputata della Georgia Marjorie Taylor-Greene o il senatore della Florida Rick Scott e politici locali in Georgia e in Missouri dopo il loro endorsement al tycoon.

SWAT IN AZIONE SWAT IN AZIONE

 

Qualcuno chiama la polizia dicendo che c’è stato un omicidio o una violenza in corso all’indirizzo del personaggio preso come bersaglio: è pericoloso perché gli agenti Swat arrivano in assetto militare e, se qualcosa va storto, la situazione può diventare violenta.

 

[…] Gli episodi di swatting che hanno coinvolto personaggi famosi si sono risolti in modo meno drammatico, ma sono in aumento (l’agenzia Reuters ha compitalo una lista di 27 casi nei soli ultimi due mesi) e fanno parte di un crescente numero di minacce di morte, allarmi bomba e altri atti di intimidazione che preoccupano le forze dell’ordine in vista delle elezioni presidenziali di quest’anno.

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L’indirizzo della residenza di Nikki Haley presso Kiawah Island, in South Carolina, è stato comunicato lo scorso 30 dicembre da un uomo che diceva di aver ucciso la fidanzata e minacciava di spararsi. È stato subito determinato che era «un falso». Alcune di queste telefonate sono simili: in due dei 27 casi documentati da Reuters una persona che si identifica col nome Jamal dice di aver ucciso la moglie.

 

Così nel caso del governatore della Florida Rick Scott: «L’ho trovata a letto con un altro, ho preso il mio AR-15 e le ho sparato alla testa tre volte», diceva la voce, che secondo le autorità sembrava generata digitalmente. Nel giorno di Natale sono stati presi di mira sia la deputata dell’ultradestra Taylor-Greene in Georgia che Jack Smith, il procuratore di due processi contro Trump. La chiamata contro Taylor-Greene veniva da New York: ottavo caso di swatting nei suoi confronti (i precedenti denunciavano il ritrovamento di cadaveri nella sua vasca da bagno).

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Un newyorkese è in carcere per tre mesi per telefonate minatorie alla deputata. Il 7 e l’11 gennaio gli agenti sono invece stati mandati rispettivamente a casa della giudice Tanya Chutkan (che dirige il processo penale contro Trump a Washington per aver tentato di sovvertire l’esito del voto del 2020) e per un’allerta bomba presso l’abitazione del giudice Arthur Engoron, responsabile del processo per frode contro la Trump Organization.

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