Flavio Pompetti per “il Messaggero”
Apriamo bene le orecchie, lo spazio ci parla. La speranza sempre viva nella storia dell' uomo di stabilire un contatto fuori dal nostro pianeta ha preso nuova forza negli ultimi tempi, dopo la cattura da parte di un radiotelescopio australiano di un messaggio radio di incerta attribuzione, ma che sembra provenire dalla costellazione Proxima Centauri. Il rilevamento è avvenuto l' anno scorso tra aprile e maggio, nel corso di 30 ore complessive di monitoraggio, e da allora è oggetto di intensi studi.
L' identificazione non è facile: il nostro pianeta produce una cacofonia continua di messaggi radio, sia quelli emessi dalla superficie terrestre così quelli provenienti dai più di seimila satelliti che abbiamo in orbita al momento. È facile equivocare, ed in passato è già accaduto altre volte che segnali indicati come alieni abbiano poi trovato una spiegazione molto più banale e domestica.
Ma finora, a più di un anno e mezzo di distanza dalla ricezione, gli scienziati non sono riusciti a dare una spiegazione terrestre' al fenomeno, mentre altri indizi puntano ai 4.244 anni luce che separano il sole dalla stella ad esso più vicina. La corsa alla scoperta di un segnale radio è associata ad un' altra, grande aspettativa della ricerca: la presenza di intelligenza nel cosmo, e forse di una civiltà parallela alla nostra, la cui attività si manifesterebbe tra l' altro con l' emissione di segnali sull' onda sonora.
IL PROGRAMMA Gli studi finora effettuati sul più recente rilevamento stanno per essere pubblicati con il codice BLc1, dall' acronimo Breakthrough Listen (l' ascolto della svolta), nome del programma internazionale finanziato con 100 milioni di dollari, e del quale fa parte l' osservatorio di Parkes nel Galles del Sud. Il segnale viaggiava con costanza nella gamma di 980 Mhz, e gli spostamenti di frequenza coincidono con quelli che normalmente sono associati agli spostamenti di un pianeta.
Basta questo per concludere che l' antico sogno di comunicare con forme di vita extraterrestri si sta realizzando? In passato le allucinazioni individuali e collettive sono state numerose. Il primo grido al lupo è del 1967, quando l' astrofisica Dame Jocelyn Burnell nell' analizzare i dati raccolti da un radiotelescopio che lei stessa aveva aiutato a costruire, fu sorpresa dalla registrazione di un segnale che concluse fosse di provenienza spaziale.
Si trattava invece di un pulsar, un neutrone orbitante che emette onde radio.
Il mistero che ancora oggi affascina gli specialisti è una scoperta del 1977, fatta dall' astronomo statunitense Jerry Ehman mentre era sintonizzato nella direzione di un gruppo di stelle chiamate Chi Sagittarii. Per 72 secondi consecutivi lo scienziato osservò la ricezione di un segnale radio che registrò nella sua documentazione, e che sottolineò con il commento di sorpresa: Wow!.
Nessuno ha mai decifrato la reale provenienza, ma tutti chiamano ancora quel rilevamento con il nome Wow!. Gli astronomi hanno cercato per tanti anni emittenze remote nell' universo, che un' eventuale conferma della presenza di una fonte su Proxima Centauri suonerebbe oggi come na beffa. Il progetto Breakthrough Listen è stato lanciato da Yuri Milner, scienziato e investitore della Silicon Valley, in risposta a un appello fatto dal defunto fisico teoretico e cosmologo Stephe Hawking. Gli astronomi ad esso associati seguono l' attività di migliaia di stelle lontane, mentre Proxima è la più vicina al nostro Sole. Intorno a Proxima centauri girano due pianeti: uno è composto da una massa di gas, l' altro è un agglomerato di roccia poco più grande della Terra.
Quest' ultimo orbita intorno alla stella ogni undici giorni, ed è situato nella fascia di abitabilità entro la quale l' acqua può esistere allo stato fluido. Di qui a ipotizzare l' esistenza di una forma di vita sul pianeta, chiamato Proxima B, il percorso si fa davvero ipotetico. Uno studio della Nasa cinque anni fa ha dimostrato che se la massa rocciosa fosse stato circondato da atmosfera a qualsiasi punto della sua storia di quattro miliardi di anni, questa sarebbe stata lacerata nel breve lasso di 100 milioni di anni dalla potenza delle radiazioni della sua stella.