SARPIETRO NON TORNA INDIETRO: “È STATA MIA FIGLIA CON MIO GENERO A PRENOTARE IN QUESTO RISTORANTE AMICO. NON SI PUÒ GIUDICARE UN MAGISTRATO DA QUESTE COSE" – POCO PRIMA DELL'ATTOVAGLIAMENTO PER IL PRANZETTO DI PESCE DA 200 EURO AVEVA IMPROVVISATO UNA CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI E DICEVA: "CONTE ERA TRANQUILLO, CREDO CHE RAPPRESENTI BENE IL PAESE" - LA SUA È UNA NUOVA CONCEZIONE DELLO STATO DI NECESSITÀ: “AVREI DOVUTO CERCARE UN TRANCIO DI PIZZA IN PIAZZA COLONNA" (POVERINO) - "PER ANDARE IN BAGNO HO DOVUTO CHIEDERE A…” 

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IL SERVIZIO DELLE "IENE" SU SARPIETRO AL RISTORANTE

https://www.iene.mediaset.it/video/ristorante-giudice-gregoretti_989612.shtml

 

Francesco Bonazzi per "La Verità"

 

vino e pesce per il giudice vino e pesce per il giudice

Piero Calamandrei, il giurista meno letto e più citato dai politici italiani, non sempre scrisse pagine profetiche. Per esempio, nella prefazione alla terza edizione di Elogio dei giudici scritto da un avvocato (1959), spiegava: «L'elogio non va alle leggi, ma alla condizione umana del magistrato italiano: a quest' ordine di asceti civili, condannati, in una società sempre più sprezzante dei valori morali, alla solitudine, all'isolamento, in certi periodi anche alla miseria ed alla fame».

 

Ed è forse per paura di morire di fame che il giudice Nunzio Sarpietro, che presiede l'udienza preliminare per il caso Gregoretti scaturita dalla richiesta di rinvio a giudizio per sequestro di persona dell'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, il 28 gennaio scorso ha pranzato al ristorante a Roma, in piena zona arancione, in barba a tutti i Dpcm.

le scuse del giudice le scuse del giudice

 

Ieri il magistrato catanese, 68 anni, ha spiegato al Corriere della Sera che quel giorno era «in stato di necessità», perché l'albergo non gli dava da mangiare. In una magistratura squassata dallo scandalo di Luca Palamara, il pranzetto a base di pesce del giudice Sarpietro aggiunge solo un po' di folclore. Salvini, per il quale il pm aveva chiesto due volte l'archiviazione, se l'è cavata con eleganza: «Non commento pranzi o cene».

 

il giudice sarpietro pro conte il giudice sarpietro pro conte

Certo, ma come la mettiamo con quel famoso cartello «La legge è uguale per tutti?». Dobbiamo aggiungerci sotto «I regolamenti invece no»? E poi milioni di italiani hanno visto le immagini del giudice a pranzo, con figlia e aspirante genero. Merito di Le Iene, che il 28 gennaio hanno fatto quello che un tempo facevano i bravi cronisti di agenzia: hanno seguito il magistrato anche dopo che hanno spento i microfoni.

Nunzio Sarpietro Nunzio Sarpietro

 

Quel giorno, Sarpietro aveva sentito come testimone il premier dimissionario Giuseppe Conte e all'uscita da Palazzo Chigi aveva improvvisato una conferenza stampa, nella quale aveva regalato ai giornalisti anche le proprie impressioni personali. «Il premier Conte è stato molto collaborativo, molto profondo nelle risposte», aveva riferito il magistrato, per poi aggiungere che «Ha fatto un'ottima testimonianza, che mi ha chiarito tantissimi elementi sulla politica di governo e sulla ricollocazione dei migranti».

cosa ha ordinato il giudice cosa ha ordinato il giudice

 

Visto che era l'una e mezza passata, Sarpietro ha giustamente dovuto pensare a dove mangiare un boccone. Allora è salito su un van, con un carabiniere e un'assistente, e si è diretto verso uno dei migliori ristoranti di pesce della Capitale, Chinappi a Porta Pia.

 

Nunzio Sarpietro Nunzio Sarpietro

Bar e ristoranti sarebbero chiusi, almeno per i comuni mortali, ma la troupe de Le Iene segue la toga affamata e la becca seduta al ristorante. Con lui ci sono la figlia e un uomo che, secondo il ristoratore, sarebbe il fidanzato che vorrebbe farle «una promessa di matrimonio».

 

Nel servizio andato in onda su Italia 1, Sarpietro ammette che l'hanno colto in fallo e tenta di far credere che stanno mangiando solo «tre piattini freddi e un goccio di vino». In realtà, nonostante l'interruzione tv, i tre hanno fatto un pranzo completo, accompagnato da una bottiglia di champagne e con un conto da 200 euro.

le giustificazioni del giudice sarpietro le giustificazioni del giudice sarpietro

 

Ieri, però, Sarpietro ha fornito al Corriere una nuova interpretazione giuridica: «Si può dire che mi trovassi in uno stato di necessità... Avrei dovuto cercare un trancio di pizza in piazza Colonna, ammesso che i bar fossero aperti; l'albergo dove alloggiavamo io, la mia assistente e il carabiniere di scorta ci aveva praticamente cacciati fuori per la sanificazione Covid... e per andare in bagno ho dovuto chiedere a Palazzo Chigi».

 

il proprietario del locale il proprietario del locale

Lo stato di necessità è una cosa seria. Per esempio, se si prende il codice penale, all'articolo 54 si legge che «Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo».

 

il giudice beccato da le iene il giudice beccato da le iene

E per il codice civile, «agisce in stato di necessità chi è stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato né altrimenti evitabile. In questa situazione al danneggiato spetterà solo una indennità» (articolo 2045). Insomma, di fronte alle impellenze fisiologiche e ai morsi della fame, considerata anche l'età, lo stato di necessità non poteva che essere sconfitto con i gamberi rossi di Chinappi e una spigola al sale, non necessariamente accompagnati da bevande isotoniche.

il giudice sarpietro il giudice sarpietro

 

Il magistrato catanese ha anche concesso: «Sì, ho commesso una sciocchezza, seppur veniale. Ho chiesto anche scusa al ristoratore per averlo messo in questa situazione. Non credevo ci potesse essere tanto clamore. Dopodiché si tratta di una multa, che pagherò».

 

IL GIUDICE SARPIETRO AMMETTE IL GIUDICE SARPIETRO AMMETTE

E comunque nessun favoritismo: «È stata mia figlia con mio genero a prenotare in questo ristorante amico, non certo io a chiedere un favore come giudice». E poi, «Non si può giudicare un magistrato da queste cose. Non ho ancora capito se vogliono che questo processo si faccia o meno». In attesa di capirlo, magari si potrebbe evitare di spiattellare davanti alle telecamere come sono andati gli interrogatori. Specie se sei atteso per pranzo in un ristorante aperto tutto per te.

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